Celano. Gli aveva dato nome e cognome, chiamandola Luisa Palumbo, la vestiva con la gonnellina e la portava a spasso per la cittadina mettendole in auto la cintura di sicurezza. Dopo quattro anni di convivenza ora glie l’hanno portata via rinchiudendola in un centro specializzato. Si tratta della sua scimmietta a cui teneva “come una figlia”. Il proprietario, che preferisce definirsi papà, Cesare Palumbo, di Celano, è addirittura finito sotto processo per aver violato le leggi sulla detenzione di animali esotici in casa e maltrattamento di animale. Oltre ad aver perso la sua scimmietta di razza Macaca Sylvanus è stato anche accusato di un reato penale e di maltrattamento. La scimmietta a sei mesi viene portata dopo un lungo viaggio dal Marocco fino a Celano. Un giorno però, dopo una spiata, arrivano in casa Palumbo gli uomini del Corpo forestale dello Stato e gli esperti del Cites (Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione) che trovano Luisa legata a una lunghissima catena. La scimmietta, secondo Palumbo, in quel modo poteva arrampicarsi su un albero di noci. Ma non ci sono giustificazioni per poter continuare a tenere con sé la piccola scimmia. Inoltre secondo la legge non può essere importato in Italia alcun animale esotico al di sotto dei quattro anni di età. Così la scimmietta è stata prelevata e strappata al suo padrone-papà dopo 4 anni di convivenza e affidata provvisoriamente a un bioparco. Inoltre l’uomo è finito sotto processo per aver violato le leggi legate alla presenza di animali esotici in Italia che vanno contro la convenzione internazionale sulla detenzione di alcune specie. Davanti al giudice Stefano Venturini e al pm Alessia Marchione, Palumbo è scoppiato a piangere e l’udienza è stata aggiornata al 30 aprile quando sarà ascoltato l’amico che ha portato dall’Africa la scimmietta. Palumbo lancia un appello e chiede che Luisa gli venga restituita perché tutti a Celano sanno come la trattava e sanno quanto le voleva bene.