Tagliacozzo. Diciotto seminaristi del pontificio seminario regionale mettono in scena, domenica 13 maggio, nell’aula magna del San Pio X, “La preta”, spettacolo tra recitazione e canto corale, con accompagnamento dal vivo al pianoforte; per raccontare e far rivivere la figura ed il messaggio spirituale di don Gaetano Tantalo, il sacerdote marsicano di cui è in corso la beatificazione, nato nel 1905 a Villavallelonga. Il 3 agosto del 1930 riceve il diaconato dal vescovo di Avezzano monsignor Bagnoli. Il l0 agosto è ordinato sacerdote. Il 15 successivo celebra la sua prima messa al paese natio. Viene nominato vice-parroco della parrocchia di San Giovanni
ad Avezzano e, nell’ottobre dello stesso anno, professore del seminario diocesano. È il 1936 quando lo stesso vescovo dei Marsi lo nomina parroco di Antrosano e, dopo poco tempo, parroco nella chiesa di San Pietro Apostolo a Tagliacozzo, dove rimane fino alla sua morte, nel 1947, quando aveva 42 anni. Il sacerdote Gaetano Tantalo è una fulgida figura di asceta e di apostolo che ha messo tutta la sua vita a servizio di Dio e del prossimo; è uno splendido esempio, alla Chiesa e al mondo, di fedeltà verso Cristo e il suo Vangelo. La sua breve esistenza, fin dalla fanciullezza, fu un cammino spirituale di una continua ascesi alla perfezione per la quale, con interiore docilità verso la grazia e profonda umiltà, raggiunse una stretta familiarità con Dio e un ardente amore per il prossimo che costituiscono la peculiare caratteristica della sua esemplare santità. L’interpretazione del venerabile don Gaetano è affidata a Federico Palmieri, la drammaturgia e la regia sono di Massimo Balloni. ”La Preta”, e’ una tipica espressione dialettale conosciuta in tutto l’Abruzzo. E’ lo stesso Tantalo, rivolto ad un fratello, in cammino anch’esso verso il sacerdozio, a dire: ”ricordati, fratello mio, che il prete e’ ‘preta’, cioe’ un sasso: dev’essere un uomo di carattere, un santo”. In queste parole e’ racchiuso tutto il messaggio spirituale di don Gaetano, servo di Dio che secondo quanto riportato dai documenti del seminario e dalle testimonianze raccolte fu un alunno esemplare, ”dolce, affabile, rispettoso”. Nelle parole di Gino Cilli, rettore del seminario, comprendiamo alcuni aspetti della vita e del pensiero del venerabile Tantalo: ”sostenuto dalla testimonianza di Santa Teresa di Gesu’ Bambino, – dice – conobbe momenti difficili e dure prove, soprattutto negli affetti, che ne acuirono ulteriormente la sensibilita’ e raffinarono quella bonta’ d’animo che rimase impressa indelebilmente nella mente e nel cuore dei suoi compagni e dei suoi educatori”. Durante la guerra questa carità divenne particolarmente ablativa; infatti si adoperò a salvare gli Ebrei; per due volte, con evidente rischio offrì la vita per salvare i locali ostaggi che erano sul punto di essere fucilati. Frequentemente visitava gli infermi e gli anziani consolandoli e infondendo coraggio perché sopportassero la malattia con spirito soprannaturale. Il Servo di Dio fu francescano, perché sempre povero; domenicano, perché sempre si servì della parola del Vangelo che predicò a tutti; certosino, perché sempre tessé la tela del bene; camaldolese, perché venerava tutto ciò che conduce a Dio; salesiano, infine, perché come San Giovanni Bosco, andò alla ricerca dei giovani e li educò con paterno affetto. Don Gaetano fu veramente un sacerdote completo e perfetto. Gianluca Rubeo