L’Aquila. “Denunciare l’inaccettabile compromissione dei diritti costituzionali che quotidianamente si verifica nelle aule di giustizia con le reiterate modifiche della composizione dei collegi in un numero elevato di processi” e anche “sollecitare Governo e Parlamento ad assumere immediati provvedimenti in grado di risolvere le storture determinatesi nel sistema e così riaffermare l’inderogabilità dei principi del giusto processo”.
Sono gli obiettivi per i quali l’Unione delle Camere Penali Italiane ha proclamato due giorni di astensione dalle udienze dal 27 e al 28 giugno, giorno in cui è stata anche organizzata una manifestazione nazionale a Roma. In particolare con la protesta – che si terrà in tutta Italia con le sole eccezioni dei circondari di Benevento e Napoli Nord, dove sono già state organizzate altre astensioni dalle udienze – l’Ucpi intende denunciare “la compromissione del diritto dell’imputato a essere giudicato dal medesimo giudice che ha raccolto la prova in dibattimento”.
Si tratta di “un accadimento processuale che ormai si verifica quotidianamente nelle aule di udienza- sottolinea la giunta nella delibera che ha proclamato lo sciopero e che è stata inviata al capo dello Stato, ai presidenti di Camera e Senato, al premier Draghi e alla ministra Cartabiaquale effetto devastante di regressive interpretazioni della disciplina processuale, che consentono di omettere la rinnovazione della prova in caso di mutamento del giudice”.