A distanza di due anni dal diario di bordo della Giornate mondiali della gioventù Lisbona 2023, inizia un nuovo racconto, scritto giorno per giorno: il giubileo degli adolescenti 2025, un evento che normalmente avviene ogni 25 anni, al quale partecipano ragazzi dai 18 ai 34 anni da tutto il mondo, un’occasione unica per fare esperienze, conoscere persone di ogni etnia, partecipare ad un qualcosa che ricorderemo quando saremo anziani.
Ma andiamo con ordine: sono Valerio Montaldi, uno studente del liceo classico e membro dell’azione cattolica, e anche quest’anno ho deciso di mettermi in campo per vivere questa esperienza, insieme ad altri 47 ragazzi dalla diocesi di Avezzano. In realtà 8 di noi sono partiti oggi per fare il pacchetto completo fino al 3 agosto, mentre il resto della compagnia ci raggiungerà il primo per vivere il momento più importante e significativo: la messa sui prati di Tor Vergata presieduta dal nuovo papa Leone XIV.
La nostra partenza è stata accompagnata da un temporale, che tuttavia non ha spento la nostra speranza (parola chiave di questo Anno Santo) e ci ha fatto arrivare a Roma, nel quartiere “Pigneto”, con un clima mite e sereno. Dopo esserci sistemati nella palestra di una scuola, abbiamo passato parte del pomeriggio e della serata a conoscerci e ad esplorare il quartiere.
Dopo essere rientrati dalla cena in gruppo, abbiamo passato del tempo a condividere le nostre aspettative su questo Giubileo, e vorrei riportarvi alcune delle parole più sentite che ho sentito da ragazzi e ragazze di varie età: “Io ho la speranza”, “Io la fiducia”, “Io sono aperta alle conoscenze”, “Voglio divertirmi”, “Attendo il Signore”, “Dobbiamo vivere questo primo e ultimo giubileo da giovani al massimo (al prossimo saremo già 40enni)”, “Ho vissuto un periodo di buio, questo evento è quello che ci vuole”, “Non abbiamo scelto di venire, ci siamo sentiti chiamati”, “Io mi sento curiosa”, “In questo giubileo cerco la tranquillità inferiore”.
Per me, che ho già partecipato ad un evento di questa portata, il pensiero che mi porto questi giorni è: lo zaino forse sarà più leggero, siccome si perde sempre qualcosa, ma noi saremo più carichi di esperienze, e se mettiamo sulla bilancia queste due cose, la seconda vince decisamente.
A domani, per il seguito del racconto. Valerio Montaldi