Campo Imperatore. Dal 1971, quando ha fatto il suo debutto nella Corsa Rosa, Campo Imperatore è una delle salite simbolo del Giro d’Italia. Nel 1999 Pantani ha scritto qui una delle pagine più belle della sua leggenda, vincendo con la neve ai bordi della strada. E oggi, a sfidare le pendenze del Gran Sasso d’Italia, con approdo a Campo Imperatore, sono stati i ciclisti elettrici, impegnati nella settima frazione del Giro-E edizione 2023, la più dura. Che alle pendenze già critiche della salita ha aggiunto un po’ di neve a quattro chilometri dal traguardo, freddo pungente, e pure il vento contrario, con la salita che, in quel tratto, da dura diventa durissima.
Davvero una bella prova per tutti coloro che hanno tagliato il traguardo, ma soprattutto un ricordo indelebile, di quelli che rimangono tatuati sul cuore. Come sarà anche per Marco Marsilio, il Presidente della Regione Abruzzo, che aveva promesso che avrebbe pedalato e l’ha fatto.
75 chilometri per 2.100 metri di dislivello positivo. Bastano questi dati per incutere rispetto. Il Giro-E si innesta sul percorso Giro al momento giusto: in tempo per godersi il gran finale di una tappa “importante” anche per i professionisti, che di chilometri oggi ne percorrono 218. Si tratta del primo arrivo in salita del Giro-E, che giunge a quota 2.130 metri sul livello del mare, dov’è piazzato l’arco di Campo Imperatore. Gli ultimi cinque chilometri sono da tregenda: pendenze tra il nove e il dieci per cento, con punte del 13 per cento. Se c’è una certezza, è che senza i motori, ben pochi dei partecipanti alla tappa di poggi del Giro-E sarebbero riusciti a salire fino in cima. Ed è questo l’aspetto straordinario dell’evento: consentire a tutti esperienze ciclistiche impagabili, finora riservate a pochi.