Trasacco. Nella due giorni del 26 e 27 marzo tornano le giornate FAI di primavera, che quest’anno hanno raggiunto la trentesima edizione. Per l’occasione, la delegazione marsicana del FAI ha pensato di proporre fra gli itinerari anche alcuni luoghi simboli di Trasacco: le Antiche Ruette, la Basilica di San Cesidio e Rufino con la Torre Febonio.
“L’interesse del FAI per Trasacco dimostra la validità del percorso di valorizzazione portato avanti da questa amministrazione comunale. Negli ultimi anni è stato fatto molto per riqualificare le bellezze architettoniche del nostro paese, dalla torre alla piazza principale. Non solo, pensiamo alle alberature o alle strade che sono state oggetto di interventi mirati e specifici. Siamo orgogliosi dei traguardi raggiunti, che ci stimolano a lavorare meglio, ma non ci fermiamo qui, abbiamo in cantiere ancora molte idee. In questa due giorni si potranno visitare la magnifica Basilica e la Torre, oggetto di aperture straordinarie”, afferma il sindaco Cesidio Lobene
La Torre Febonio
La torre Muzio Febonio, alta 27,50 metri, a pianta quadrata, con la parte terminale a forma cilindrica, è stata innalzata in tre epoche diverse, come chiaramente attestano le tre tecniche differenti di muratura. La prima struttura di base, che si erige per circa un terzo dell’intera altezza della torre, ancora oggi chiaramente individuabile ad occhio nudo, con feritoie semplici architravate, dalla tecnica muraria più grossolana, alcuni studiosi la fanno risalire ad epoca romana o comunque sorgente su un nucleo architettonico di quell’ epoca, forse il palazzo imperiale che Gaudio fece innalzare per l’imperatrice Messalina, quando venne nella Marsica per tentare l’impresa del prosciugamento del lago. Altri storici, la fanno risalire al primo medioevo.
La Basilica di San Cesidio e Rufino
Sono molti coloro vogliono visitare la Basilica di Trasacco attratti dalla fama dei miracoli di San Cesidio. Tra loro figurano anche gli studiosi dell’arte che sono richiamati dai tesori di architettura, pittura e scultura che in essa si conservano. Non solo, sulle pareti interne sono presenti pietre scolpite dal grande valore artistico, di evidente stile arabo, dai disegni geometrici intrecciati. Le mura originali interne sono quelle a nord e a sud, ciò per una ragione semplicissima, almeno per la parete a sud: essendo adiacente alla chiesa, un suo rafforzamento esteriore avrebbe rovinato l’estetica della navata centrale, costruita di mattoni romani, mentre alla stessa altezza, nelle altre pareti, si vedono per lo più pietre di varia misura e forma. Un luogo sacro ancora tutto da approfondire ma, soprattutto, da scoprire. La tradizione vuole che essa si innalzi sui resti dell’antico palazzo imperiale di Claudio. Si ritiene, infatti, che Rufino vescovo, quando nel 237 circa fu inviato dal papa a spargere nella nostra regione il seme evangelico, stabilì la sua dimora in Missino Transaquas e scelse alcuni locali, per consacrarli in oratorio, tra i resti del presunto palazzo imperiale realizzato al tempo del tentativo claudiano di prosciugamento del lago (I sec. d.C.). Ancora oggi è vivo tra i cittadini ed i pellegrini, che numerosi accorrono ogni anno alla chiesa, il culto del martirio del vescovo Rufino e del prete Cesidio, a cui venne reciso di netto il braccio destro, mentre qui con i fedeli rinnovava il sacrificio eucaristico. Questi con i cristiani lì raccolti, vittime della strage compiuta dai soldati di Massimino il Trace, trovarono degna sepoltura nel luogo dove erano stati sacrificati.