Tagliacozzo. Cpo Fnsi, Cpo Usigrai e associazione Giulia giornaliste esprimono solidarietà alla collega Tiziana Ciavardini, minacciata da un diplomatico iraniano dopo aver pubblicato uno scatto al Festival della Comunicazione con una immagine di Nasrin Sotoudeh, l’avvocata che difende i diritti delle donne, condannata a 148 frustate e 38 anni di carcere.
Tiziana Ciavardini, giornalista de Il Fatto Quotidiano, da molti anni si occupa di diritti violati in Iran, che conosce molto bene per aver vissuto per 13 anni in quel paese. Partecipando al Festival della Comunicazione 2019 Controsenso, in Abruzzo, nella Marsica (dove tra l’altro è stata premiata per il suo libro “Ti racconto l’Iran”), al termine del suo intervento, nell’incontro “Tutela dei diritti umani dal genocidio in Rwanda a oggi”, ha voluto richiamare l’attenzione sul caso di Nasrin, e ha pubblicato la foto sul suo profilo facebook, sottolineando l’impegno a sostegno di una donna che ha fatto della difesa dei diritti delle donne in Iran la sua missione, pagando per questa scelta.
Fra i commenti al post anche una frase di un diplomatico iraniano, Hassan Niazi, già responsabile della comunicazione dell’ambasciata iraniana in Italia, contenente non solo solo l’intimazione “stai attenta, non sono affari tuoi”, (be carefull, it’s not your business), ma anche una espressione, in iraniano, “Hoshhhhh”, gravemente ingiuriosa. Non è la prima volta che Tiziana è minacciata per il suo lavoro di inchiesta e di racconto di una realtà di negazione dei diritti, di cui altrimenti ben poco o nulla si conoscerebbe.
Cpo Fnsi, Cpo Usigrai e Giulia giornaliste sono solidali con la collega, denunciando come inammissibili i tentativi di sopraffazione e gli atteggiamenti minacciosi, ancora più gravi perché l’autore è giornalista, già con compiti di comunicatore dell’Ambasciata dell’Iran a Roma. La libertà di parola, di espressione, di denuncia di Tiziana Ciavardini deve essere tutelata anche con interventi nei confronti dell’autore della minaccia, che vuole negare ad una donna ed ad una giornalista di svolgere il suo mestiere e di sostenere la difesa dei diritti di tutte e di tutti.