L’Aquila. Il Consigliere regionale Gino Milano, coordinatore in regione di Alleanza per l’Italia, ha presentato un’interpellanza al presidente della Regione Chiodi e all’assessore competente Paolo Gatti per destare l’attenzione sul fenomeno del lavoro nero nella nostra Regione. In particolare, Milano chiede “quale sia il livello di consapevolezza dell’organo di governo regionale circa la consistente crescita del lavoro nero e irregolare nella nostra Regione nonché delle nuove forme di abusivismo e di illegalità emerse
dall’indagine conoscitiva dell’aprile 2010, svolta dalla XI Commissione Lavoro della Camera dei deputati su “Taluni fenomeni distorsivi del mercato del lavoro: lavoro nero, caporalato e sfruttamento della manodopera straniera”. Dall’indagine emerge il diffondersi, soprattutto nelle Regioni del Mezzogiorno (e quindi anche in Abruzzo), del fenomeno del lavoro nero e di altre tipologie di lavoro irregolare particolarmente insidiose: si tratta del lavoro grigio, che si verifica allorché si assumono lavoratori con contratti regolari, ma con trattamenti di fatto irregolari e del “lavoro in bianco”, fenomeno che si sostanzia in un abuso delle tutele da parte di soggetti che usufruiscono di prestazioni previdenziali o di integrazione del reddito pur non avendone titolo. Un’indagine Inps del 2010 ha proiettato l’Abruzzo al secondo posto in Italia in tema di lavoro nero, palesando un incremento del numero di lavoratori irregolari rispetto al 2009 del 33%. Nella nostra regione, inoltre, sta prendendo piede in maniera considerevole, per quanto ancora sottovalutato e poco visibile, il fenomeno del caporalato, particolarmente nell’agricoltura e nell’edilizia, con punte massime nella provincia dell’Aquila e segnatamente nella Marsica. Alla luce di tali premesse il Consigliere Milano auspica che la Regione Abruzzo intraprenda quanto prima delle iniziative (legislative e non) che possano contrastare in modo efficace l’illegalità e l’abusivismo nei diversi ambiti di lavoro. “Il lavoro nero e il suo sfruttamento” – afferma Milano – “lede gravemente i diritti costituzionalmente garantiti dei lavoratori, distorce il mercato del lavoro, altera la concorrenza tra le imprese ed espone il lavoratore irregolare all’insicurezza e a gravi rischi per la salute. La Regione Abruzzo” – prosegue il consigliere – “nell’implementare una efficace programmazione di politica del lavoro, non può prescindere dal progettare, promuovere e sostenere azioni di contrasto del lavoro sommerso ed irregolare ed interventi per diffondere la cultura del lavoro regolare. Per far ciò, andrebbero proposte apposite intese con gli enti pubblici competenti in materia di vigilanza sul lavoro; a livello regionale, inoltre, occorre muoversi con un approccio integrato, dotandosi di una strategia complessiva e di nuovi strumenti maggiormente efficaci per contrastare il lavoro nero e il caporalato, con la collaborazione e la concertazione di diversi soggetti istituzionali e del mondo sindacale e di categoria, nonché la messa in campo di vari interventi di natura economica, culturale, politica, repressiva e preventiva, anche avvalendosi del mondo associativo e della mediazione culturale. “Vanno inoltre concessi” – conclude Milano – “contributi, finanziamenti e incentivi esclusivamente ai soggetti che dimostrino di essere in regola con gli obblighi di legge in materia di lavoro, sicurezza e previdenza e promosse politiche di sostegno a favore di servizi e modalità di reperimento di manodopera straniera e di incontro fra domanda ed offerta, che scoraggino il ricorso al lavoro irregolare”.