Avezzano. Vogliono la verità su Niki Gatti e per scoprirla sono andati fino a Sollicciano per visitare il carcere dove il giovane avezzanese è morto. Il 19 giugno del 2008 Niki venne arrestato a San Marino, insieme ad altre diciassette persone, con l’accusa di presunta frode informatica nell’ambito dell’inchiesta Premium e poco dopo morì in circostanze anomale nella sua cella. A distanza di anni non è stata mai fatta chiarezza sulla vicenda nonostante le ripetute richieste da parte della madre e le diverse interrogazioni parlamentari presentate. L’ultima interrogazione, inviata al ministro Andrea Orlando da parte dell’onorevole Alessandro Battista (Movimento 5 stelle) non ha ancora avuto risposta. Per questo lo stesso Di Battista, insieme ad Alfonso Bonafede (Vice Presidente della Commissione Giustizia) hanno fatto visita al carcere di Sollicciano per verificare il numero dei suicidi, degli atti di autolesionismo e le condizioni in cui versa la struttura. L’Istituto è entrato in funzione nel 1983, ma sembra una struttura molto più vecchia: è fatiscente, le mura in alcuni punti sono marce a causa delle infiltrazioni di acqua, non ci sono differenze fra celle ed uffici entrambi versano in condizioni di degrado. Secondo quanto riferito dai parlamentari: “i detenuti hanno lamentato l’impossibilità di fare attività rieducative, o semplicemente guardare la televisione. Il personale ha lamentato la scarsità di mezzi finanziari per la manutenzione della struttura e sono sotto organico. Ma ciò che ha destato sorpresa è un’incongruenza fra i dati dell’Istituto e quelli delle associazioni che si occupano di morti in carcere”. Dubbi sono stati espressi sulla morte di alcuni detenuti che secondo i responsabili della casa circondariale si sarebbero suicidati. Oltre alla morte di Niki, infatti, ce n’è un’altra sospetta di un marocchino, Ihssane Fakhreddine, di cui nessuno ha mai parlato. Per questo Di Battista e Bonafede vogliono assolutamente che sia fatta chiarezza e chiederanno di continuare ad indagare.