Avezzano. Dure critiche da parte dell’ex consigliere regionale, Walter Di Bastiano , relativi ad ipotesi gestionali e di direzione del Teatro dei Marsi. “Desidero intervenire per provare a fare chiarezza ed anche per dare un contributo alla salvaguardia di uno dei gioielli della nostra Città”, ha commentato l’esponente del Nuovo centrodestra, “la giunta Floris e l’allora Consiglio Comunale, unitamente alle Commissioni Cultura e Statuti/Regolamenti, lavorò alacremente per oltre 2 anni, da fine 2007 all’aprile 2010, per assicurare al nuovo teatro un regolamento che avesse come principi fondanti: 1) la “Gestione in economia”, onde evitare i buchi di bilancio molto frequenti nella storia degli enti teatrali italiani; 2) la separazione assoluta tra azione culturale e influenza politica. Mi sento di dire che per scongiurare la politicizzazione di uno spazio culturale così importante era necessario, e questa fu l’intuizione di Antonello Floris, scongiurare in via preliminare la vera causa dei bilanci in rosso dei teatri italiani: la costituzione cioè di un ente giuridico a giuda politica, che si andasse quindi a dotare di un Consiglio di amministrazione, di una direzione artistica e di un proprio bilancio economico, con l’aggravante del pesante onere dell’organizzazione diretta e della promozione degli eventi. Si diede vita pertanto ad un regolamento che tenesse il Comune semplicemente come organo proprietario della struttura Teatro e organo di controllo super partes, lontano dalla gestione diretta di economie e di eventi, basando l’impianto principale del medesimo regolamento sulla compartecipazione delle associazioni professionali che avessero non solo requisiti di qualità (riconoscimenti a più livelli, regionali e nazionali) ma soprattutto di quantità: con obbligo quindi non solo di pagare l’affitto del teatro ma anche di investire proprie e “rilevanti risorse” (così è richiesto dal Regolamento) di cui alcune associazioni locali, per storia e capacità, sono tuttora destinatarie da parte di enti regionali e nazionali, e di dimostrare inoltre capacità e rischio imprenditoriale nel reperimento di risorse private o dal pubblico pagante (incassi da botteghino). La formula ha funzionato perfettamente: negli anni in cui ho ricoperto la carica di consigliere regionale ho notato come in tutta la Regione Abruzzo il Teatro dei Marsi, agli occhi ed a detta di importanti istituzioni culturali blasonate e ben più antiche del nostro teatro e delle nostre associazioni, vanta numeri elevati di partecipazione e soprattutto qualità e varietà nell’offerta artistica, dovuta anche ai differenti settori di competenza curati dalle associazioni. Da qualche mese a questa parte, purtroppo, assistiamo ad un goffo e testardo tentativo, da parte dell’attuale amministrazione comunale, di mettere in discussione il prezioso lavoro precedente e gli eccellenti risultati raggiunti, attraverso ridicole e spasmodiche ricerche del “nome popolare”, del volto noto, da spacciare per direttore artistico, nominato dalla politica, senza valutare la totale assenza di poteri gestionali e decisionali che tale carica comporta, proprio per l’impianto libero e apolitico del Regolamento ancora vigente che protegge le autonomie artistiche degli organismi che producono ed organizzano gli spettacoli. Anche per questo si individuò in Giampiero Nicoli, uomo di cultura e tra i soci fondatori del Teatro Stabile Abruzzese negli anni Settanta, oltre che fine conoscitore degli organismi culturali locali, la persona idonea nel ricoprire il ruolo non di direttore artistico bensì di di garante e mediatore tra l’ente Comune e le associazioni culturali. Sono intervenuto sulla questione per alzare l’attenzione dei cittadini e delle forze politiche sulla importante questione della difesa dell’azione culturale, che deve rimanere libera e non soggetta a disegni oscuri degli amministratori, che talvolta dimenticano che in campo culturale la progettualità è più importante delle operazioni di facciata, come assegnare cariche o sbandierare nomi, terne e quaterne”.