Roccaraso. La sensibilità e la collaborazione tra enti e associazioni hanno portato a un importante risultato nella tutela dell’orso bruno marsicano. Una gara cinofila, in programma dal 20 al 22 giugno tra Roccaraso, Rivisondoli e Roccapia, ha subito significative modifiche del percorso grazie all’intervento dell’associazione Salviamo l’Orso e, soprattutto, alla direzione del parco nazionale.
L’allarme era stato lanciato dall’associazione Salviamo l’Orso, che attraverso i propri canali social aveva evidenziato i rischi legati alla manifestazione in un’area cruciale per la fauna selvatica. La preoccupazione maggiore era data dalla presenza accertata di giovani esemplari di orso bruno marsicano e, in particolare, di una femmina con tre cuccioli nati quest’anno.
Già l’11 giugno scorso, il direttore del parco nazionale, Luciano Sammarone, in una nota indirizzata all’Ambito Territoriale di Caccia (ATC) di Sulmona e alla sezione locale della Società Italiana Pro Segugio (SIPS), aveva “informato gli organizzatori dell’evento della presenza accertata, sul territorio in questione, di alcuni giovani esemplari di orso bruno marsicano e, soprattutto, di una femmina con tre cuccioli dell’anno”. Nella stessa comunicazione, il Direttore aveva “invitato gli organizzatori a individuare soluzioni utili al fine di evitare ogni forma di disturbo e pericolo per i plantigradi.”
A seguito di questa iniziativa e con il supporto attivo dell’Associazione Salviamo l’Orso, il Parco ha intrapreso un “dialogo costante con i promotori dell’evento”. Questo confronto ha portato a un esito positivo: gli organizzatori hanno “comunicato di aver escluso dall’area della manifestazione il territorio di Monte Pratello, Pizzalto e la parte destra dell’Aremogna”.
Un “risultato importante, che conferma ancora una volta il valore del dialogo e della collaborazione come strumenti fondamentali per la tutela dell’orso bruno marsicano”, sottolineano dalla direzione del Parco. La stessa direzione ha ribadito come la missione di conservazione “rischia di fallire, vista la complessità, se grava su un solo Ente, ma che invece coinvolge una molteplicità di attori, dalle Istituzioni pubbliche ai soggetti privati”.
L’episodio dimostra come “solo attraverso un approccio condiviso, che tenga conto delle esigenze di conservazione della fauna selvatica e delle attività umane sul territorio, sarà possibile garantire un futuro all’orso bruno marsicano”. Dalla Direzione del Parco, infine, il messaggio è chiaro: “Ogni scelta responsabile, ogni gesto di attenzione, rappresenta un passo concreto verso una convivenza armoniosa tra uomo e natura.”