L’Aquila. La Regione Abruzzo rimanda alla prossima legislatura la fusione dei trasporti. Nella seduta odierna del question time l’assessore regionale ai trasporti, Giandonato Morra, ha risposta all’interrogazione del consigliere regionale Claudio Ruffini. ‘Non sono rimasto soddisfatto dalla risposta di Morra’ dice Ruffini ‘perche’ ancora una volta dalle parole di un membro della giunta regionale non si e’ avuta alcuna certezza sulle fasi della fusione. Morra ancora non ci dice in quale data verra’ depositato il progetto di fusione, anzi al contrario, ci ha informato che tra poche settimane arriveranno le proposte di fusione e non il progetto di fusione in IV Commissione. Questo significa che abbiamo fatto un passo in avanti e tre indietro. ‘ Per Ruffini l’annuncio di Morra questo vuol dire che siamo ben lontani dal ‘chiudere la partita’, perche’ l’iter prospettato dall’assessore ai Trasporti prevede ancora la valutazione di due proposte di fusione delle societa’ regionali di trasporto (la prima proposta e’ quella riferita al solo ramo gomma, l’altra e’ quella riferita al ramo gomma-ferro), che la Commissione dovra’ esaminare prima di licenziarle per l’approvazione da parte del Consiglio regionale. C’e’ da chiedersi a questo punto qual e’ la proposta della giunta??? A conti fatti, comunque in questa legislatura non si approvera’ alcuna riforma dei trasporti. Perche’? Perche’ per l’attuazione della procedura di fusione come previsto dal Codice Civile (art. 2501 ter), che va dalla redazione del progetto di fusione e dal piano d’impresa da parte dell’organo amministrativo delle tre societa’ per arrivare fino alla stipula dell’atto di fusione mediante rogito notarile, e’ necessario quasi un anno di tempo. ‘Siamo quindi lontani mille miglia dalla fusione delle societa’ di trasporto’ conclude Ruffini ‘la maggioranza che e’ in completo disaccordo sul da farsi prende tempo cercando di allungare le varie fasi della riforma. E’ evidente che per Chiodi e la sua maggioranza e’ pi importante restare uniti al proprio interno, cosi’ come hanno fatto con il riordino delle Province, che fare le riforme necessarie per l’Abruzzo. Chi ne paghera’ le conseguenze sono ovviamente i cittadini abruzzesi sempre pi alle prese con i tagli alle percorrenze, con i disservizi e con gli aumenti dei biglietti.’
Intanto, però, continuano i disservizi: l’Arpa ha annunciato per domani possibili tagli alle corse bis. ”E’ troppo comodo cavarsela con un comunicato stampa con cui si mettono le mani avanti, cercando di giustificare preventivamente pesanti ed inevitabili disservizi che ormai si stanno registrando e diffondendo su tutto il territorio regionale servito dall’Arpa”. Lo affermano, in una nota, i sindacati di categoria di Cgil, Cisl, Cisal e Ugl. “Infatti la societa’ Arpa e’ costretta a tagliare servizi indispensabili che riguardano principalmente il pendolarismo scolastico e lavorativo con le legittime proteste di un’utenza impossibilita’ a fruire di un servizio pubblico che – nella maggior parte dei casi – ha gia’ pagato attraverso gli abbonamenti. Sarebbe infinitamente semplice per noi sostenere che da mesi tutto cio’ era stato ampiamente previsto. Non a caso lo scorso 15 ottobre, attraverso una comunicazione formale trasmessa al Presidente di Arpa Cirulli, alla Regione Abruzzo nonche’ all’attenzione delle quattro Prefetture provinciali, le Segreterie Regionali dei trasporti – prosegue la nota – avevano segnalato una carenza di personale viaggiante ed una situazione non piu’ sostenibile imputabili ad una mole imponente di prestazioni straordinarie. Su quest’ultimo aspetto che potrebbe pregiudicare finanche le stesse condizioni di sicurezza per lavoratori ed utenza, siamo arrivati anche a prospettare l’intervento dei competenti uffici territoriali del lavoro affinche’ effettuino accertamenti specifici sui livelli complessivi ed individuali delle prestazioni straordinarie. Se i servizi sono saltati, non c’e’ da meravigliarsi. I responsabili hanno un nome ed un cognome e sono quegli stessi amministratori che pur essendo a conoscenza dei circa 100 pensionati non rimpiazzati che si sono registrati nell’ultimo triennio in Arpa (33 nel 2010, 30 nel 2011 e i restanti nel corso di quest’anno) hanno ignorato questa cronica carenza di personale addetto alla guida. Sono quegli stessi amministratori che contrariamente alla loro ‘mission’ di tutela degli interessi di Arpa, stanno indebolendo la struttura aziendale attraverso accordi con imprese private del settore su direttrici importanti e vitali per il bilancio aziendale. E’ ora – concludono i sindaati – che la politica si occupi di come e’ amministrata questa impresa pubblica e si convinca delle motivazioni che ci inducono a sollecitare una riforma dei trasporti che comprenda in primis il riordino delle aziende regionali di tpl”.