Tagliacozzo. Furti a raffica in pochi giorni. Un fenomeno che aveva suscitato perplessità e rabbia tra la popolazione tanto che i residenti, certi che si trattasse di una banda locale, si erano organizzati in ronde notturne a difesa del territorio. Questa l’accusa nei confronti di tre romeni che nel 2015 avevano rischiato il linciaggio da parte degli abitanti di Tagliacozzo.
Su richiesta del pubblico ministero è stata fissata l’udienza preliminare nei loro confronti che si terrà il 7 aprile prossimo. Più di dieci le parti offese nel processo a carico di Rosca Mihaita, Jonut Nandu Mastahac, che furono arrestati dai carabinieri in occasione di un furto in un distributore sulla Tiburtina Valeria, e di Pelin Mihai, finito in manette per resistenza a pubblico ufficiale durante il blitz dei carabinieri nella loro abitazione. Alle famiglie e alle persone derubate vennero restituiti numerosi utensili, oggetti di valore e attrezzature di vario genere, ma anche merce e prodotti rinvenuti dai militari dell’Arma. Ora potrebbero costituirsi parte civile.
L’arresto dei tre era arrivato a giugno del 2015, considerata quasi come una liberazione da parte dei residenti, dopo settimane caratterizzate da raffiche di furti in abitazioni ed esercizi commerciali. In seguito alle perquisizioni domiciliari effettuate dai carabinieri è risultato che i tre sarebbero gli autori anche di altri furti compiuti nei giorni precedenti.
L’ultimo colpo, però, non era andato a segno e i tre erano caduti nella trappola delle Forze dell’ordine. Da diversi giorni, infatti, gli stranieri erano monitorati dai carabinieri. L’accusa era rappresentata dal procuratore Maurizio Maria Cerrato, che ha coordinato le indagini, mentre i difensori degli indagati erano gli avvocati Luca e Pasquale Motta. Nei confronti degli stranieri erano stati attaccati dei manifesti a Tagliacozzo da anonimi durante la notte successiva all’arresto con le foto degli indagati stranieri e frasi xenofobe.