Tagliacozzo. Era stato accusato di di favoreggiamento nel riciclaggio di denaro della mafia, ma ora è stato assolto dal tribunale perché agì come commercialista in modo impeccabile. Si tratta dell’ex vicesindaco di Tagliacozzo, Alessandro Rubeo, indagato nell’ambito dell’inchiesta sulle infiltrazioni mafiose in Abruzzo e scagionato dal giudice del tribunale di Avezzano Marco Scimia. L’ex vicesindaco e consigliere comunale di Tagliacozzo, 48 anni, esce dall’inchiesta su Alba d’Oro in cui era rimasto coinvolto in qualità di commercialista della società Alba d’Oro, finita nel mirino delle Fiamme gialle. Partita nel 2006, l’indagine ha visto il coinvolgimento di Nino Zangari, ex assessore ai Lavori pubblici del Comune di Tagliacozzo, Augusto Ricci e Achille Ricci, (due fratelli e soci di “Alba d’oro srl”), ma il processo è ancora in corso. L’inchiesta riguarda l’ipotesi di riciclaggio di denaro di Vito Ciancimino, ex sindaco di Palermo e condannato per associazione mafiosa, che avrebbe portato alla costruzione del complesso turistico “La Contea” di Tagliacozzo. Rubeo era accusato di favoreggiamento nel riciclaggio di denaro di provenienza illecita. Il professionista, difeso dagli avvocati Franco Colucci e Alessandro Fanelli, secondo l’accusa non aveva inserito in bilancio un milione e 610mila euro provenienti dalla Sirco (società controllata da Gianni Lapis, avvocato tributarista e prestanome di Ciancimino). E’ stato però dimostrato che il commercialista eseguì la variazione del bilancio a dicembre 2005 non appena i documenti gli vennero consegnati. “Il professionista ha sempre svolto il suo dovere”, hanno sottolineato gli avvocati, “redigendo il bilancio sulla scorta dei dati e dei documenti che i clienti gli fornivano, non rispondendo ovviamente delle modalità di formazione del dato”.