Ovindoli. È stato prosciolto dall’accusa di abuso d’ufficio in concorso, insieme a tre assessori comunali e l’allora segretario comunale, l’ex sindaco di Ovindoli, Pino Angelosante.
Il reato si è prescritto, essendo trascorsi cinque anni. I fatti risalgono al 2012 quando a dicembre, al Comune di Ovindoli fu assunta come agente di polizia locale, Vanessa Angelosante, moglie dell’allora sindaco, Pino Angelosante.
Il pm aveva già chiesto per tutti l’assoluzione. Ora è arrivata la decisione, con una sentenza emessa dal tribunale di Avezzano, in composizione collegiale, in cui è stato dichiarato “il non doversi procedere nei loro confronti perché il reato è estinto per intervenuta prescrizione”.
Insieme all’allora sindaco Angelosante, a finire in una vera e propria bufera mediatica furono gli ex assessori comunali Marco Iacutone, Carlo Bianchini e Berardino Polla e l’allora segretario Cesidio Falcone. Secondo l’accusa, per avvantaggiare la moglie, Pino Angelosante avrebbe modificato una delibera insieme agli assessori Bianchini e Polla, disponendo l’assunzione di un agente di polizia municipale di “categoria C” anche se il posto da ricoprire era quello del comandante di polizia municipale “categoria D”.
Posto vacante dall’anno precedente, quando era andato in pensione il comandante. Sempre secondo l’accusa era stato il segretario Falcone a richiedere al Comune di Cappadocia il nulla osta per lo scorrimento della graduatoria per l’assunzione di un vigile dove al primo posto c’era la moglie di Pino Angelosante.
All’allora vicesindaco Iacutone era stata contestata la firma della convenzione che aveva portato all’utilizzo della graduatoria della polizia locale del Comune di Cappadocia.
L’ex sindaco Pino Angelosante è stato difeso in giudizio dall’avvocato Antonio Milo. Tra gli altri difensori, gli avvocati Stefano Guanciale e Valeria Parisse.