Avezzano. Sarebbe morto per annegamento forse inseguito a un malore il giovane Carmine Frezza. Il trentenne di Carsoli, residente a Civita di Oricola, si era tuffato due volte nel laghetto del Cavaliere, in località Dacia, prima di scomparire ed essere ripescato, dopo 12 ore di dragaggio, dai sommozzatori dei vigili del fuoco di Roma. Oggi alle 16.30 l’ultimo saluto nella chiesa della Madonna del Carmine a Carsoli. Don Enzo Massotti, parroco di Carsoli, celebrerà i funerali. Ieri la salma del giovane è stata sottoposta all’autopsia dalla quale è emerso aveva dell’acqua nei polmoni, mentre non sarebbero stati rilevati dal medico legale incaricato dalla Procura di Avezzano segni di violenza. Ora sarà necessario attendere l’esito dell’esame tossicologico che sarà pronto nel giro di un mese. Sarà possibile in tal modo stabilire se nel sangue del giovane c’era la presenza di sostanze estranee e a cosa possa essere stato dovuto il malore. Secondo la testimonianza di alcuni giovani del posto che sabato notte si trovavano al laghetto artificiale, Frezza si sarebbe tuffato in acqua per due volte, forse tre, per poi sparire nel nulla. In realtà il suo corpo si trovava nel fondo del lago. I genitori hanno dato l’allarme solo nella tarda mattinata perché pensavano che il figlio, come faceva frequentemente,fosse andato a dormire dalla nonna, che abita sempre nella zona di Oricola. La Piana del Cavaliere a distanza di una settimana dalla scomparsa di Antonello Arcangeli piange un altro giovane e si interroga su queste morti assurde. L’amministrazione comunale ha disposto che nel momento dei funerali vengano abbassate le serrande dei negozi in segno di lutto.