Avezzano. Era capace di intendere e di volere secondo il criminologo. Lo stupratore delle infermiere, Enriges Kavalli, attualmente rinchiuso nel carcere di Teramo, viene definito nelle sua azioni criminali lucido. A stabilirlo è stato il criminologo professore di Psicologia giuridica Paolo Capri, consulente della procura nell’ambito del processo che vede sotto accusa il 19enne di origine albanese. Nella sua relazione, esposta nel corso dell’incidente probatorio di ieri al tribunale di Avezzano, alla presenza del Gup del tribunale di Avezzano Maria Proia e del pubblico ministero Guido Cocco, titolare dell’inchiesta, ha sciolto i dubbi sulla salute mentale del giovane, su cui si è molto discusso nelle scorse settimane. Il consulente che ha eseguito la perizia ha dovuto stabilire anche la pericolosità sociale del giovane straniero difeso dall’avvocato Gianluca Totani.
Il giovane era ospite nella struttura Crisalide dove stava scontando una misura di sicurezza. Il 24 ottobre è riuscito a procurarsi un coltello e a minacciare due infermiere, rapirne una e abusare di lei per tutta la notte. Ha dunque immobilizzato un’altra addetta, gli ha sottratto la chiavi dell’auto e l’ha sequestrata. La donna sotto la minaccia di un coltello è stata picchiata, sequestrata, portata in auto, costretta a spogliarsi e violentata. La donna è poi riuscita a sottrarsi al suo persecutore e ha chiesto aiuto agli abitanti di una casa che si trovava lì vicino, in una zona isolata della parte nord di Avezzano. Gli agenti hanno fatto di tutto per trovare lo straniero per evitare che violentasse altre donne.
Il consulente della Procura ha concluso sostenendo che il giovane era capace di intendere di volere mentre commetteva gli abusi e che può partecipare al processo perché è lucido e integro.
La perizia psichiatrica era stata chiesta dalla difesa. L’organizzazione delle violenze e del sequestro, secondo il criminologo, era stato studiato nel minimi particolari e con lucidità. La parte civile è assistita dagli avvocati Pasquale Milo e Alessandra Spina. Chiuso l’incidente probatorio ci sarà la restituzione degli atti al pubblico ministero in attesa della richiesta di rinvio a giudizio.