Pescara. Laudi al lavoro e all’onore quelle degli esponenti di Fratelli d’Italia per la gestione degli screening in Abruzzo. Con toni di elogio, il consigliere di Fratelli d’Italia e presidente della commissione sanità Mario Quaglieri riporta la dichiarazione del direttore della prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza, riguardo i numerosi screening effettuati in Abruzzo e sulle analisi utili ad identificare la presenza della variante inglese.
Non mancano però le polemiche nei confronti del partito pentastellato da parte del direttore che definisce la situazione abruzzese “Quale miglior risposta – se mai ce ne fosse ancora bisogno – alle idiozie raccontate dal Movimento 5 Stelle sulla campagna dei test di massa promossa da questo governo regionale che, invece, trova elogi altrove. Da ogni dove, direi” ribadendo a gran voce che “gli screening sulla popolazione condotti della Regione rappresentano un modello di efficienza, sapevo e so di affermare il vero – come è nel nostro stile – al contrario di chi cerca di screditare ad ogni costo l’operato del governo Marsilio, con affermazioni mendaci e sconsiderate ed accanimenti isterici” conclude Rezza.
Fioccano i ringraziamenti per le regioni Abruzzo e Umbria che hanno permesso l’identificazione in Italia delle due varianti del virus, di cui la prima ‘Voc’ si presenta appartenente alla variante inglese e caratterizzata da una maggiore possibilità di trasmissione. “In provincia di Chieti sono stati fatti molti screening con tamponi ripetuti sulla popolazione e nei Comuni dove è stata identificata la variante”, cita testualmente Quaglieri. “Chieti è molto vicina all’area metropolitana di Pescara e si sta facendo una implementazione delle zone rosse in alcuni dei Comuni colpiti”.
Gli esponenti del partito di Giorgia Meloni chiedono un dietro-front del partito grillino: “Ci attendiamo delle scuse – rivolte ai cittadini abruzzesi – o evitino, loro, di rispondere, in segno di una minima parvenza di onestà intellettuale”, conclude il direttore della prevenzione del ministero della Salute, “perché quella no che non può essere appresa in nessuna facoltà universitaria”.