Avezzano. Mentre è in fin di vita viene rapinato della catenina d’oro, ricordo di un nipote che non è più in vita. Si tratta del frate francescano, fra Diodato Tuzi, che quattro giorni prima della morte, avvenuta il 9 ottobre scorso, è stato trasportato all’ospedale di Avezzano in gravi condizioni e senza conoscenza. L’episodio, su cui sono in corso delle indagini, è stato denunciato dai fedeli agli agenti del commissariato di Avezzano. L’episodio risale al giorno della festa di San Francesco. Il 4 ottobre, infatti, il frate francescano, che era di comunità a Celano, viene trasportato dall’ambulanza, in stato d’incoscienza, dalla Residenza Santa Maria Valleverde all’ospedale di Avezzano. Aveva al collo una catenina d’oro, ricordo dell’unico nipote, morto annegato il giorno di Sant’Anna nel mare di Francavilla all’età di 14 anni. All’ospedale di Avezzano i fedeli si accorgono che mancava la catenina e chiedono chiarimenti al personale medico, infermieristico e dell’ambulanza, ma nessuno sa dare spiegazioni. Per tale motivo è stata presentata una denuncia al Commissariato di Avezzano da parte dei fedeli.
“Era un uomo umile”, raccontano i fedeli, “non gli sarebbe importato nulla del valore materiale. Ma era l’unico bene che aveva nella sua esistenza terrena, visto che aveva lasciato tutto per dedicarsi alla vita religiosa. Vogliamo sapere cosa sia accaduto. Fra Diodato è morto il 9 ottobre, giorno in cui ricorre la morte di San Diodato. Viene ricordato come un francescano umile e buono e che era stato di comunità in tanti conventi marsicani e in particolare al Santuario della Madonna dell’Oriente a Tagliacozzo e al convento francescano di Balsorano”.