Avezzano. L’uscita, da parte del gruppo giovani di Forza Italia dal partito di Silvio Berlusconi per accasarsi a Fratelli d’Italia, ha evidenziato, una volta di più, lo stato di profonda crisi in cui versa il partito fondato dal Cavaliere. Una crisi apparentemente irrecuperabile, da imputare anche e soprattutto alle incertezze che lo storico leader offre ai suoi esponenti. Non è un mistero né un segreto che FI sia sprofondata – anche a livello nazionale – in un tepore politico che non giova al suo appeal, tanto da essere ormai declassata a quinta forza politica del Paese. Con buona pace di Nazario Pagano, coordinatore regionale, il quale ha definito l’uscita dei giovani come “ininfluente”.
Se prendiamo a riferimento la coalizione composta da Lega, Fratelli d’Italia e, appunto Forza Italia, i dati che emergono parlano chiaro: il partito di Matteo Salvini va da sé, per la sua strada, distaccando di gran lunga – in termini di punti percentuale – quello di Giorgia Meloni che, però, è in rapida crescita e punta a fare un ulteriore salto in questo 2020. Con riferimento all’Abruzzo, poi, con la vittoria alle regionali di febbraio 2019 di Marco Marsilio e, quindi, con la consegna della regione al movimento meloniano, appare quasi inevitabile l’aumento di esponenti territoriali e di gruppi consiliari. E’ un trend da cavalcare e come tale agisce. Con buona pace della coerenza della prima ora.
E Forza Italia? Per gli azzurri la situazione è critica. La crescita degli altri due partiti ha di fatto messo ancora di più un luce le tante ombre che ruotano attorno a quello dell’ex premier, una volta punta di diamante della destra italiana e adesso, invece, relegato ai minimi storici, con la prospettiva – reale e concreta – di vedere ulteriormente aggravata la propria posizione nel corso delle prossime settimane. Il trend nazionale non devolve a favore dei forzisti che, in questo stato di incertezza, dettato anche dalla confusione attorno alla possibilità – da parte di Berlusconi – di commissariare il partito, ha provocato e sta provocando una diaspora interna seria, preoccupante e, peggio ancora, difficile da arrestare. Con buona pace dell’attaccamento alla causa.
Le sezioni territoriali dei partiti si stanno svuotando, insomma. Ad Avezzano la cosa è evidente. Se escludiamo Gabriele De Angelis, ex sindaco del capoluogo marsicano e attuale commissario provinciale del partito, troviamo solamente Aureliano Giffi, coordinatore cittadino, e pochi altri fedelissimi appartenenti, per lo più, al passato. Come Emilio Iampieri che una volta fuori dai giochi della politica regionale ha lasciato intendere di non avere interesse alcuno a correre su Avezzano. Difficilmente, quindi, lo vedremo indossare un ruolo da protagonista alle amministrative di maggio.
Fra questi c’è anche Gianluca Presutti, da molti individuato come l’ancora di salvataggio degli azzurri avezzanesi che non hai mai nascosto l’ambizione di candidarsi a sindaco. Difficile, a questo punto, capire come il partito deciderà di muoversi e soprattutto cosa uscirà fuori dal tavolo di coalizione al momento della spartizione dei comuni alle prossime amministrative. Complesso capire anche se Presutti, nel caso in cui il nome da presentare su Avezzano spettasse a Forza Italia, possa essere accreditato come leader. Sono addirittura numerose le voci che lo vorrebbero sul punto di lasciare i forzisti. La Lega, come detto, punti percentuali alla mano è prima per distacco e la crescita esponenziale di Fratelli d’Italia ha, di fatto, privato FI di quella leadership necessaria a fare da traino alla coalizione di centrodestra.