Avezzano. “Lo scorso 7 settembre, 56 lavoratori della L-Foundry avevano ricevuto il seguente messaggio, “FERMATO”, con cui si comunicava l’interruzione coatta del rapporto lavorativo tra loro e l’azienda. Noi ragazzi di Forza Italia Giovani Avezzano abbiamo avuto un colloquio con alcuni dipendenti, i quali hanno richiesto di mantenere l’anonimato”, dichiara il coordinatore avezzanese Nello Simonelli.
“Si sono chiesti come fosse possibile che la loro situazione, seppur avendo interessato le reti televisive nazionali, non sia stata ritenuta meritevole di ascolto da parte delle Istituzioni, e come fosse possibile che un’azienda con circa 1500 dipendenti, di cui 200 assunti tramite agenzie interinali, fosse lasciata sola, nel silenzio di una macchina politica che mette il termine “dignità” al centro del suo programma”.
“Questa situazione di precarietà lavorativa, non avrà soluzione nell’immediato, in quanto sono previsti molti altri licenziamenti prima dell’entrata in vigore del Decreto Dignità, prevista per il 31 ottobre. Questo, infatti, obbliga l’azienda all’assunzione a tempo indeterminato del lavoratore allo scadere del dodicesimo mese del rapporto lavorativo a tempo determinato”.
“Tale decreto, purtroppo, non tiene conto della realtà economico-sociale in cui versa il Paese, con aziende non sempre in grado di offrire un futuro stabile a lungo termine ai lavoratori, aziende che necessitano, invece, di maggiore flessibilità in termini di contratti lavorativi. Alla luce di ciò il nostro gruppo giovanile ha raccolto questa richiesta di soccorso, offrendosi, tramite il supporto e l’apporto del senatore Nazario Pagano e dell’ onorevole Antonio Martino, di portarla sui tavoli parlamentari, dove potrà ricevere l’attenzione che merita”.
“Le richieste dei dipendenti vertono su quattro punti:
1) Una deroga specifica per il caso relativo alla L-Foundry.
2) Una modifica del Decreto Dignità, nell’ottica di maggior flessibilità lavorativa, di tal che le aziende non vengano obbligate all’assunzione a tempo indeterminato allo scadere del dodicesimo mese lavorativo.
3) In alternativa, qualora non si voglia acconsentire a modifiche in tal senso del decreto, introdurre un divieto per le aziende di assumere nuovo personale nelle medesime mansioni di quello appena licenziato.
4) Un incontro con il Ministro”.
“Auspichiamo – conclude il coordinatore giovanile avezzanese Nello Simonelli – che, alla luce anche di questo nostro intervento, il Governo, prescindendo dalla effettiva soluzione che vorrà adottare, prenda atto di una criticità esistente”.