Avezzano. Confagricoltura l’Aquila manifesta forti perplessità sull’intenzione di costruire, all’interno del cimitero di Avezzano, un forno crematorio. “Riteniamo che la decisione del Consiglio comunale di Avezzano”, sottolinea il presidente di Confagricoltura dell’Aquila, Fabrizio Lobene, “sia stata frettolosa e non abbia compiutamente analizzato le problematiche ambientali che questo impianto potrebbe causare sul nostro territorio a prevalente indirizzo agricolo”.
Confagricoltura L’Aquila fa presente che le ragioni delle perplessità nascono dal fatto che, a oggi, in Italia non esiste una norma unitaria che disciplini l’installazione degli impianti di cremazione e le loro conseguenze sulle emissioni. La legge 130/2001 rimanda a uno specifico provvedimento interministeriale, mai emanato, per disciplinare l’impatto sull’aria perché durante la cremazione si ha la formazione di inquinanti atmosferici ed in particolari polveri, ossidi di azoto e di zolfo e metalli pesanti: mercurio e zinco. La norma nazionale non disciplina il sistema di abbattimento dei fumi ed il loro recupero, mentre le procedure autorizzative, di competenza regionale, fanno riferimento alle norme sui termovalorizzatori anche se poi i forni crematori sono diversi da questi impianti.
“A tale proposito”, precisa Lobene, “dobbiamo ricordare le azioni di contrasto di Confagricoltura l’Aquila per evitare la realizzazione dell’impianto di produzione di energia che era stato presentato dalla Powercrop, impianto assimilato a un termo valorizzatore che doveva essere alimentato da oltre 270.000 tonnellate all’anno di legname. La nostra battaglia era proprio legata al fatto che era impossibile reperire il legno da ardere nel raggio di 40 km per cui l’impianto poteva essere trasformato con facilità in un termovalorizzatore”.
“Il nostro Fucino”, prosegue, “è una conca chiusa dove gli effetti della ricaduta delle polveri e dei metalli pesanti causano danni enormi alle coltivazioni orticole di pieno campo. La politica, mai deve scordare che le nostre produzioni alimentano vasti mercati nazionali e internazionali e sono sottoposte a controlli severi da parte degli stessi acquirenti in prevalenza GDO. Se da una parte l’Amministrazione di Avezzano lavora, con il nostro totale consenso, a favore della realizzazione dell’impianto irriguo e per allargare, alle imprese agricole, la possibilità di insediarsi nel nucleo industriale dall’altra deve evitare di autorizzare impianti industriali che possono recare danni al nostro settore. Ricordiamo che sul nostro territorio sono stati riconosciuti due marchi comunitari IGP: patata e carota e che sempre sulla piana si coltivano oltre 1.500 ettari di colture biologiche. Con questi dati gli imprenditori si sono pienamente allineati alla strategia Farm to Fork della U.E. per guidare la transizione verso un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente”.
“A tale proposito il 31 dicembre 2021 scade la moratoria contenuta nella Legge Regionale 23/04/2021, numero 8 votata all’unanimità dal Consiglio regionale che all’articolo 4 reca il cosiddetto emendamento Paolucci che sospende le installazioni di impianti di produzione di energia eolica di ogni tipologia, le grandi installazioni di fotovoltaico posizionati a terra e quelli per il trattamento dei rifiuti nelle zone caratterizzate da produzioni agroalimentari di qualità: produzioni biologiche e IGP. Sollecitiamo i nostri consiglieri regionali”, conclude Lobene, “a individuare le aree agricole da sottrarre alle aggressioni ambientali. Il nostro Fucino è meritevole di una tutela particolare dagli assalti perpetrati il più delle volte da società con caratteristiche speculative che insediano attività insalubri con emissioni di ogni tipo dannose all’immagine delle aziende agricole”.