“Ci è voluta un’intera settimana al Sottosegretario Umberto D’Annuntiis per mettere insieme qualche frase e tentare così di buttare in caciara la cattiva gestione delle risorse messe a disposizione dal Piano Proteggi Italia. Lo scopo del Governo era stanziare dei fondi per contrastare il rischio idrogeologico, avviare un risanamento ambientale e la difesa del suolo. Ma alla luce di quanto accaduto, al di là delle mere giustificazioni di D’Annutiis, si delinea una grande inadempienza da parte di Regione Abruzzo. Le risposte, e soprattutto le non risposte, agli accessi agli atti che ho eseguito giorni fa ne sono la prova: l’Abruzzo è l’unica regione in Italia a non aver presentato progetti entro il termine stabilito ed è l’unica che non finanzierà nessun comune, così come la maggior parte dei consorzi. La presunta cavillosità burocratica del Governo, con cui il Sottosegretario giustifica la mancanza di progetti finanziati da Regione Abruzzo, evidentemente è stata riscontrata solo nei nostri confini visto che tutte le altre sono riuscite a destinare questi fondi lì dove più servivano”. Lo afferma il Consigliere regionale Giorgio Fedele, che continua: “Forse i nostri sindaci sono disinteressati ai propri comuni? Forse i Consorzi non hanno interventi da eseguire nei propri territori di competenza? Non credo”.
“È piuttosto palese che ai comuni e ai consorzi non è stato offerto il tempo necessario per presentare la documentazione, tanto che la Regione Abruzzo pur di non perdere i fondi e salvarsi in extremis, probabilmente dopo le denunce del sottoscritto, ha attivato la macchina burocratica per affidare i fondi in fretta e furia esclusivamente alle opere di competenza del Genio civile, senza alcuna visione delle priorità del territorio, senza alcun piano di interventi ed escludendo dalla ripartizione progetti che sarebbero andati a risolvere piccole e grandi problematiche che in questa regione sono presenti da decenni. Anche in questo caso, a mio avviso, i territori sono stati vittima di una mala gestio della Regione a trazione Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Lo sa bene il Consorzio di Bonifica Ovest, che è stato l’unico, ricordiamolo, ad aver presentato un progetto nei tempi stabiliti dal primo decreto e immediatamente cantierabile, e che si è visto definanziare oltre metà delle risorse richieste. Infatti a fronte dei 2 milioni circa quantificati dal progetto sono stati stanziati solo 800 mila euro. Hanno di fatto penalizzato l’unica realtà che era riuscita a presentare un progetto. È uno sgarbo verso tutto il territorio fucense che annualmente di questi periodi deve fare i conti con allagamenti che mettono a rischio cose e persone. Un problema che va avanti da decenni e su cui la Regione finalmente, grazie a questi fondi, avrebbe potuto intervenire, ma ha scelto di non farlo, dando un contentino che non risolverà minimamente il problema”.
“Ora D’Annutiis, invece di perdere settimane a cercare di giustificare l’ingiustificabile, vada a spiegare il perché di questa decurtazione a tutti gli imprenditori agricoli del Fucino, ai sindaci e ai portatori di interesse che per il centrodestra, forse valgono zero! La verità è che per il caos che hanno generato non saranno realizzati interventi indispensabili che ricadrebbero su un territorio che produce il 40% del PIL agricolo abruzzese e su un contesto che non riceve un finanziamento ormai da decenni. C’era uno stanziamento mirato proprio a queste problematiche e la Regione perde l’ennesima occasione per intervenire nel territorio dove più serve. Situazione che conferma il disinteresse per il Fucino, già mostrato da questa Giunta con il famigerato definanziamento di 46 milioni di euro, dei 50 previsti dal Masterplan, che avevo denunciato tempo fa e sul quale avevamo ragione, nonostante le parole di rassicurazione dell’Assessore Imprudente che si sono rivelate ancora una volta parole al vento. I fondi richiesti dal Consorzio Ovest – spiega nel dettaglio Fedele – servivano per interventi finalizzati al recupero ed al miglioramento della funzionalità idraulica dei reticoli idrografici attraverso la realizzazione di interventi per la rimessa in efficienza di opere idrauliche e di bonifica con un elevato miglioramento dell’opera a salvaguardia del bacino fucense, con conseguente diminuzione del rischio idrogeologico. Ma tant’è che anche questa volta il Fucino è declassato, con buona pace degli agricoltori e di una realtà che è di fatto il cuore pulsante dell’Abruzzo”, conclude.