Avezzano. Il Governo ha escluso il Fucino e l’intera provincia dell’Aquila dagli aiuti concessi dalla dichiarazione dello Stato di Emergenza a seguito degli eventi metereologici di maggio e giugno scorsi.
È il sintomo evidente della totale disattenzione del Governo al nostro territorio e alle richieste avanzate da sindacati, associazioni di categoria e Enti Locali.
Il Decreto degli interventi deliberati dall’ultimo Consiglio dei Ministri per le prime misure urgenti per fronteggiare i danni delle piogge torrenziali è incompleto: mancano i territori della Marsica e del Fucino con i danni subiti nel comparto agricolo e più in generale l’intera provincia dell’Aquila.
Siamo una delle zone più colpite. Nello specifico di Celano ricordiamo la violenta grandinata e il nubifragio del 2 giugno scorso, con ingenti danni, frane, strade allagate e addirittura l’evacuazione di 15 persone da due palazzine gravemente danneggiate. In quella occasione l’intera città è finita sott’acqua con pesanti danni economici e patrimoniali per cittadini e imprese.
Ma oltre l’emergenza, resta irrisolto il rimborso alle imprese e ai lavoratori: le promesse e i sopralluoghi per accertare i danni nei territori non hanno portato a nulla e bisogna trovare una strada concreta per aiutare chi sta ancora contando i danni.
Serve per questo – come chiedemmo già il 4 giugno scorso – una dichiarazione di Stato di Calamità.
Per quanto riguarda l’agricoltura del Fucino e dell’area dei Piani Palentini i danni stimati dalla stessa Regione calcolano una perdita netta del 60% per il settore cerealicolo, 60% per le patate, 50% per le carote, 40% per frumento e orzo, 80% per la vasta gamma degli ortaggi (insalata, radicchio, finocchi, sedano, spinaci, cavoli, pomodori) con una perdita del potenziale produttivo compresa tra il 30 e il 70%.
Servono dunque rimborsi e tutele per tutta la filiera e che comprenda anche i lavoratori, che hanno subìto una riduzione delle giornate lavorative, con conseguenze economiche pesanti.
Centinaia di lavoratori per lo più magrebini hanno visto ridursi drasticamente le giornate lavorative nei campi e il salario con gravi danni previdenziali e una riduzione dell’indennità di disoccupazione che richiederanno per l’anno in corso: una emergenza occupazionale e salariale che va affrontata con il sostegno al reddito e alla previdenza attraverso la disoccupazione agricola che lo Stato di Calamità può assicurare.
L’impegno delle organizzazioni di categorie, delle imprese, del sindacato FLAI-CGIL, dei Sindaci di tutti i Comuni del Fucino deve trovare risposte concrete perché gli aiuti più volte annunciati ancora non sono arrivati. Chiediamo alla Regione di farsi carico del problema e di avviare tutte le interlocuzioni utili con il Governo per reintegrare i nostri territori negli aiuti economici e nelle misure di ristoro dei danni.