Avezzano. “La nota a firma dei 12 sindaci dei Comuni rappresenta una vittoria della democrazia: gli altri 96 sindaci della provincia dell’Aquila condividono – questo il commento del presidente della Provincia dell’Aquila, Antonio Del Corvo – dichiarazioni quelle di Berardinetti e compagni, che travisano la verità e omettono di dire che le società individuate dalla Regione Abruzzo (sono fondi regionali – FAS – e non fondi provinciali) sono società autorizzate dalla stessa Regione al trattamento dei rifiuti comunali e nel caso della Provincia dell’Aquila non ce ne sono di società private, non so per le altre provincie visto che l’intesa riguarda l’intero territorio regionale.
Distrazione, anche del Vice presidente del Consiglio Regionale, Giovanni D’Amico, il quale, in possesso dei documenti, tra i quali lo stesso accordo, confonde, quest’ultimo, quale accordo di programma ex art. 34 della Legge n. 267. Quello firmata, invece è un’intesa istituzionale che la Regione stipula con le quattro Province e viene resa esecutiva dalla Giunta Regionale, essendo fondi regionali e non provinciali. In consiglio provinciale non esiste traccia di ratifica delle intese sottoscritte dalla precedente amministrazione di cui il Sindaco Berardinetti era uno dei principali esponenti. In ogni caso, la suddetta intesa non necessita del passaggio in Consiglio Provinciale, in quanto conforme al piano provinciale rifiuti – approvato quando era consigliere provinciale il Sindaco Berardinetti – e garantisce la rigorosa e stretta osservanza di quei criteri cardine, che dovrebbero sottendere ad ogni programmazione economica di natura pubblica, che deve andare necessariamente nella direzione di considerare le realtà fattuali esistenti ed evitare sperperi di denaro pubblico per duplicazione o triplicazione di impianti. Ancora, – spiega Del Corvo – quello che volutamente omettono di considerare i Sindaci, che dovrebbero essere prima amministratori e poi “politici”, è il principio di autosufficienza del territorio, sancito da una specifica legge regionale.
Gli impianti esistenti sono più che sufficienti a trattare il quantitativo prodotto nella nostra provincia. Se la SEGEN vuole trattare rifiuti di altre regioni, non deve rivolgersi alla Provincia, bensì al Consiglio Regionale d’Abruzzo per la modifica della legge, in caso contrario anche se riuscissero a finanziare l’impianto, lo stesso non potrà essere autorizzato dalla Regione.
A questo si aggiunge, che le richieste della Segen sono relative ad un impianto per la cui tipologia, tra qualche anno non ci sarà necessità alcuna, visto che il futuro è la raccolta differenziata, che va aumentando in maniera esponenziale. Il criterio della territorialità è stato rispettato interamente e lo dimostra che di 108 Comuni, a sottoscrivere la nota, sono stati solo 12, forse motivati da altri intenti. Un invito: se la volontà dell’azione politica è quella di abbassare i costi di trattamento – visto i notevoli costi aziendali fissi del settore – sindaci di buona volontà, mettete da parte i campanilismi e le appartenenze politiche ed avviate la fusione tra le quattro società esistenti sul territorio provinciale!”.