Sante Marie. In un piccolo angolo dell’Abruzzo, è nato un nuovo apiario di comunità, un progetto innovativo che mira a promuovere l’apicoltura come strumento di rigenerazione agricola e di coesione sociale. L’apiario, fondato ufficialmente il 30 giugno, si inserisce in un contesto ricco di storia e tradizione, dove la presenza delle api è radicata da oltre 50 anni.
Roberto Ferrari, l’apicoltore che ha guidato la realizzazione del progetto, ha posizionato cinque arnie in un’area scelta per le sue caratteristiche favorevoli all’apicoltura. L’obiettivo principale è quello di portare avanti l’iniziativa “Apicoltori senza terra”, un’idea innovativa pensata per coinvolgere cittadini che desiderano allevare api ma non dispongono dello spazio necessario. “Questo progetto rappresenta un’opportunità per avvicinare nuove persone all’apicoltura”, ha raccontato, “offrendo loro la possibilità di partecipare attivamente alla vita di comunità”.
Il modello su cui si basa questo apiario di comunità lanciato da Ferrari, consigliere per il centro italia dell’associazione Rare (Razze autoctone a rischio estinzione) sponsor tecnico dell’iniziativa, si ispira all’esperienza già consolidata di Monte Leone Sabino, dove iniziative simili hanno gettato le basi per lo sviluppo di cooperative di comunità. Queste cooperative, nate per sostenere l’economia locale e favorire l’inclusione sociale, trovano nell’apicoltura un nuovo strumento di crescita e di rigenerazione del territorio.
L’inaugurazione del nuovo apiario, sostenuto da Roberto Fani, chef stellato in Lussemburgo, è stata accompagnata da un corso intensivo di apicoltura, rivolto alle cooperative di comunità presenti sul territorio. Il corso, della durata di due giorni, ha visto la partecipazione di numerosi aspiranti apicoltori e rappresentanti delle cooperative, interessati a esplorare le potenzialità di questa attività.
“Facciamo Apicizia” è il motto che accompagna questa iniziativa, che punta non solo a formare nuovi apicoltori, ma anche a creare un legame più stretto tra le persone e il territorio. Attraverso incontri, progetti e attività di gruppo, l’apiario di comunità vuole diventare un punto di riferimento per chiunque desideri vivere in armonia con la natura e contribuire al benessere della collettività.
Nel tempo, l’apiario che si colloca proprio nella zona dove parte e arriva il Cammino dei Briganti, potrebbe diventare un progetto più ampio, in grado di attrarre non solo apicoltori, ma anche persone interessate a scoprire e valorizzare i territori rurali dell’Abruzzo e del Lazio. L’obiettivo è di trasformare questa iniziativa in un nucleo fondante per altre cooperative di comunità, contribuendo alla creazione di un modello replicabile in altre realtà locali.
“Questo apiario di comunità rappresenta un esempio concreto di come la rigenerazione agricola possa andare di pari passo con la costruzione di legami sociali e con la valorizzazione del territorio”, ha concluso Ferrari, “un progetto che guarda al futuro con l’ambizione di creare una rete di apicoltori e cittadini uniti dalla passione per la natura e il desiderio di fare comunità”.