Avezzano. Quella che doveva essere una festa tradizionale in cui accendere legna e ramaglie in onore della Santa Patrona si è trasformata invece in una vergognosa e scellerata opera di smaltimento illegale di rifiuti e al mattino l’aria di Avezzano era irrespirabile. A denunciare l’accaduto e la carenza di controlli è stato il Wwf . “I focaracci”, sottolinea Ciro Sabatino, socio fondatore della Stl Wwf Marsica, “trasformati in veri e propri inceneritori di rifiuti di ogni genere, mobilio, indumenti, scarpe, toner, stampanti, pneumatici, hanno provocato inquinamento e reso tossica l’atmosfera”.
“A che serve lottare contro la realizzazione di un mega inceneritore qui a Fucino quando poi siamo noi stessi ad avvelenarci con le nostre mani?”, si sfoga così Sefora Inzaghi, socia Wwf marsica e del comitato Marsicano NO PowerCrop impegnato dal 2007 proprio nel contrastare la realizzazione di un inceneritore da parte della multinazionale powerCrop. “Si resta inorriditi e sgomenti di fronte alla totale assenza di civiltà e scrupolo da parte di molti nostri concittadini capaci di “intossicare” una festa che appartiene al nostro folklore, trasformandola in una vera e propria emergenza ambientale e igienico-sanitaria”.
Nei giorni precedenti al 26 aprile, non solo il Wwf Marsica, ma anche altri hanno formalmente segnalato alle autorità il pericolo “fuochi tossici”, chiedendo un’immediata bonifica degli stessi, ma nonostante la preziosa opera di vigilanza da parte della polizia urbana, appare evidente il mancato intervento del Comune di Avezzano, che avrebbe dovuto provvedere a dare mandato al proprio responsabile del servizio rifiuti di portare via i materiali individuati, invece ci si è limitati ad estrarre dalle cataste quelli non idonei lasciandoli comunque nei pressi delle cataste dei fuochi, materiali che inevitabilmente a notte fonda sono stati ugualmente bruciati.
Quanti erano i fuochi regolarmente autorizzati? Pochi se non quelli storici e tradizionali. L’immagine scattata e pubblicata sui quotidiani parla di una città completamente avvolta dalle fiamme e fa percepire una situazione di abusivismo e di forte criticità in tema di emissioni in atmosfera.
Sempre il pomeriggio del 26 Aprile intorno alle 19.00 nella zona sud di Avezzano, nei pressi di via Pertini si è sviluppato un incendio la cui nube nera si è velocemente sparsa raggiungendo anche il centro della città. I vigili hanno impiegato più di un’ora per domare le fiamme. Sono stati bruciati materiali plastici e tossici. Come mai nessuno ne parla?
A tal riguardo, il Wwf Marsica ha inviato una nota all’Arta, al servizio qualità della Regione Abruzzo, al comune di Avezzano, alla ASL, alla forestale chiedendo di fornire ogni dato, informazione e documento utile sull’episodio, comprese le relazioni di servizio. Si chiede inoltre che l’Arta intervenga con urgenza ad effettuare le analisi e il campionamento dell’aria, per individuare le sostanze nocive immesse nell’atmosfera a seguito dell’incendio e a questo punto anche dei fuochi della festa. E’ inoltre urgente individuare le aree di ricaduta, analizzare la presenza sul terreno e sui vegetali delle diossine e dei diversi inquinanti a varie distanze dal sito e nelle varie direzioni.
L’ultimo monitoraggio sulla qualità dell’aria ad Avezzano venne effettuato a maggio 2010 e già allora i dati sui livelli delle diossine non erano certo rassicuranti.
In vista del prossimo anno il wwf si rende disponibile ad una collaborazione con questa amministrazione e con i comitati cittadini organizzatori dei fuochi per migliorare e, se necessario, individuare nuove modalità di organizzazione affinché in futuro non si debba nuovamente veder trasformata la tradizione in “disastro ambientale”.