Avezzano. Dall’Iva all’Irap, dalla Tares all’Imu, una piccola impresa manifatturiera, con tre dipendenti e un collaboratore, deve fare i conti con 70 scadenze l’anno, considerati i giorni lavorativi praticamente un adempimento ogni 3 giorni. E’ quanto emerge da uno studio della Cna che evidenzia come a pesare sulle aziende non è solo la quantità delle tasse da pagare ma anche la “vessazione burocratica”. Secondo lo studio, “oggi una piccola impresa individuale manifatturiera deve sottostare ogni anno a 22 adempimenti (dall’Iva, alla Tares, all’Irap e via di seguito) questi adempimenti comportano un obbligo operativo di 70 scadenze ogni 12 mesi”. Gli imprenditori fanno allora presente: se consideriamo l’anno di 365 giorni, significa più di una scadenza ogni 5 giorni. Ma se consideriamo invece, come sarebbe normale, che in un anno ci sono 230 giornate lavorative effettive, “significa una scadenza ogni 3 giorni. Una volta l’anno c’é Unico, la dichiarazione Irap o la presentazione del modello degli studi di settore. Ma l’Iva vede 12 scadenze l’anno, la Tares 4, 3 l’autocertificazione Iva delle ritenute sugli appalti. E via dicendo fino ad arrivare a 70 appuntamenti con il fisco in un solo anno. “Inoltre, è stato calcolato” dichiara Pasquale Cavasinni direttore della CNA di Avezzano “che i costi della burocrazia per una piccola impresa incidono nelle spese aziendali di oltre il 15%”. “di tutto ciò e della necessità di sburocratizzare se ne parla tanto e dappertutto ma risultati zero” continua Cavasinni “ancora persistono situazioni paradossali e procedure inutili, farraginose e costose per imprese e cittadini: le lunghe attese per pagare bollette e balzelli, gli innumerevoli adempimenti per iniziare un’attività etc..”. “E per tutto ciò paghiamo un caro prezzo” conclude Cavasinni “non solo economico, purtroppo, ma anche in termini di fiducia verso le istituzioni e gli enti pubblici e privati e in generale sulla classe dirigente di questo Paese. Anche per questo è difficile ripartire! Perché, si è generato sfiducia e malcontento. E venuta meno coesione sociale e senso di responsabilità. Si ha bisogno, quindi, di risultati veri e tangibili, ai tanti problemi che in tanti sono capaci a denunciare ma che in pochi si applicano per risolverli”.