Avezzano. Non è chiaro il quadro che si è delineato alla Fiamm azienda leader per la produzione delle batterie da auto e industriali. Dopo lo sciopero di martedì per il quale hanno incrociato le braccia tutti i 350 dipendenti del sito, ora bisognerà aspettare la convocazione del tavolo per capire quali sviluppi ci saranno. Nelle assemblee dei lavoratori, infatti, è stata ribadita la necessità che venga al più presto rivisto il contratto e soprattutto siano reintegrati i premi in parte tolti a seguito degli investimenti del 2009. E’
stato altresì evidenziato che se la Fiamm intende investire 30 milioni di euro per un raddoppio dello stabilimento si potrebbe dare un ultimatum di 12 mesi all’azienda per far in modo che il progetto si concretizzi e poi tornare a trattare per i contratti di secondo livello. La prossima settimana è previsto un tavolo tra le parti sociali e le rsu. Poi bisognerà aspettare che i sindacati e l’azienda si
incontrino. Per ora sembra che nessuno voglia fare il primo passo e invitare l’altro a sedersi al tavolo. Potrebbe essere l’assessore provinciale al Lavoro, Claudio Tonelli a convocare le parti e aprire il dialogo. Intanto ieri è stata presentata dall’onorevole Gianni Melilla (Sel) un’interrogazione ai ministri del Lavoro, Giuliano Poletti, e dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, sulla vicenda della Fiamm chiedendo di intervenire. “Dopo mesi di trattativa con la proprietà della Fiamm, i lavoratori hanno deciso come annunciato nelle scorse settimane di scioperare”, ha spiegato Melilla, “a novembre i rappresentanti dei sindacati avevano posto sul tavolo di lavoro una piattaforma per l’accordo di secondo livello, ma l’azienda non l’ha voluto firmare. In ballo c’erano i nuovi contratti e una rimodulazione dei premi di presenza e premi produttivi che nel 2009 vennero ridotti in concomitanza con il maxi investimento di 35 milioni di euro. L’azienda
decise 5 anni fa di non aprire un altro stabilimento in Europa dell’Est ma di avere tutta la sua produzione ad Avezzano. Questa operazione, costata 35milioni di euro, portò all’assunzione di 110 dipendenti, tra laureati e diplomati. L’unica certezza, annunciata dall’azienda, e che se il costo del lavoro non verrà alzato , è intenzionata a investire altri 30 milioni di euro per il raddoppio dello stabilimento di Avezzano con nuove assunzioni sul territorio”. Per questo Melilla ha chiesto ai ministri: “di convocare le parti sociali
per verificare il piano industriale e cercare soluzioni produttive e occupazionali adeguate che salvaguardino il futuro lavorativo dei lavoratori e del territorio”.