Avezzano. Il vicesindaco Di Berardino: “Sarà una vetrina per prodotti, luoghi ed eccellenze della nostra terra”. Associazioni di categoria, scuole, enti pubblici e privati scommettono sul maxi-progetto che punta a ridare un’identità riconosciuta, qualificante e attrattiva alla Marsica.
“Noi abbiamo i prodotti, i luoghi e la storia, perché non renderli risorsa in chiave socio-integrativa, turistica e rivalorizzativa del territorio?”, con le parole dell’antropologo Ernesto Di Renzo, docente dell’Università di Roma Tor Vergata e coordinatore scientifico del progetto, mercoledì mattina, in comune, ad Avezzano, si è aperta la prima discussione operativa tra i soggetti sottoscrittori dopo la firma del protocollo d’intesa sull’ideazione e lo svolgimento del primo Festival diffuso dell’Agroalimentare della Marsica.
Tutti gli attori territoriali coinvolti si sono riuniti a Palazzo di città, per approvare in via definitiva quella che sarà la road map ufficiale del Festival, che avrà il suo culmine nel mese di maggio 2024, con le giornate celebrative. L’incontro è stato finalizzato alla conoscenza del programma che, così come ampiamente ribadito dai soggetti sottoscrittori “contribuirà a far riscoprire le usanze della nostra terra, così come i nostri autentici talenti e valori di comunità”.
La conferenza stampa di presentazione del Festival avverrà presso il Ministero dell’Agricoltura, alla presenza di autorità civili e istituzionali, dalle locali alle nazionali. I vari componenti del Comitato di indirizzo del Festival, ovvero Comune di Avezzano, Arap, Regione Abruzzo con il pieno appoggio dell’assessore all’Agricoltura Emanuele Imprudente, Gal Marsica, Confcommercio, Confesercenti, Cna di Avezzano, Ance L’Aquila, Confindustria L’Aquila, Confagricoltura, Confartigianato imprese Avezzano, Cia, Patto Territoriale, Consorzio Igp di tutela della patata hanno messo a punto insieme il calendario, con la supervisione del responsabile artistico del Festival, Giuliano Montaldi, che ha ringraziato il sindaco Giovanni Di Pangrazio per aver sostenuto fin da subito l’iniziativa di ampia portata.
“Il mondo dell’agroalimentare deve diventare uno dei brand portanti della Marsica, un volano di sviluppo, ma anche e soprattutto un ponte di comando del territorio, capace di generare enormi vantaggi, sia dal punto di vista turistico, sia industriale. – ha chiarito il vicesindaco di Avezzano Domenico Di Berardino, che ha coordinato il tavolo di lavoro – Il progetto nasce già forte perché basato sulla cooperazione: punteremo a ridare una carica simbolica anche al centro-città di Avezzano, che deve tornare ad essere perno e fulcro di iniziative territoriali”.
Ha fatto il suo ingresso ufficiale, inoltre, tra gli stakeholders della costruzione del canovaccio del Festival, anche il preside dell’Istituto Arrigo Serpieri della città, Francesco Di Girolamo. La scuola secondaria di secondo grado, a vocazione prettamente agricolo-industriale e ambientale, rivestirà un compito importante, perché attiverà l’alternanza scuola-lavoro in concomitanza e in piena complementarità con gli eventi del Festival. Il tavolo operativo ha già individuato le risorse economiche per sostenere tutta l’impalcatura del progetto, che partirà a fine ottobre 2023 con una doppia data (28 e 29).
Oltre al canonico taglio del nastro, sono in previsione una degustazione di prodotti tipici del territorio e lo svelamento del mercato della terra. Sul nome del Festival, è stato anche lanciato mesi fa un sondaggio che è corso prettamente sui social, proprio per attirare e coinvolgere un pubblico anche giovane. Al sondaggio, hanno risposto 2 mila persone per la scelta del nome dell’evento identitario della Marsica. Ed anche il nome sarà una sorpresa.
“Il format che il Festival sostiene fa leva sul concetto della ‘diffusione’, sia nella distribuzione calendariale degli eventi, sia nel modo in cui gli eventi verranno svolti. – ha concluso il professor Di Renzo – Non esiste un momento dell’anno, dall’autunno alla stagione primaverile, senza iniziative in programma correlate al Festival. Renderemo ‘caldo’ un territorio che è stato raffreddato, sociologicamente parlando, e andremo a ravvivare il senso di appartenenza della comunità”.