Avezzano. I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale dell’Aquila, agli ordini del maggiore Edoardo Commandè, hanno concluso gli accertamenti in merito alla diffusione del contagio da covid19, che lo scorso dicembre ha causato la sospensione dell’attività didattica in presenza del liceo Scientifico Vitruvio Pollione della città di Avezzano.
La sospensione era stata disposta poco prima di metà dicembre con un’ordinanza sindacale del comune di Avezzano, emanata a seguito della segnalazione del dirigente scolastico del liceo e della competente Asl1 di Avezzano Sulmona L’Aquila.
I militari nelle settimane successive hanno acquisito le risultanze dell’indagine epidemiologica dell’Asl, accertando che oltre 40 studenti erano risultati positivi dopo la partecipazione a una festa all’interno di un locale pubblico della Marsica, cui avrebbero aderito circa 400 persone.
La serata sarebbe stata organizzata da alcuni studenti, che si sono occupati di raccogliere le adesioni e concordare i dettagli con i titolari del ristorante. La festa si è tenuta la sera dell’8 dicembre e ha previsto una prima parte in cui i partecipanti hanno cenato ai tavoli e una seconda parte che si è trasformata in una vera e propria serata danzante.
Alcune settimane fa carabinieri del comando provinciale insieme a quelli del Nas di Pescara, al comando del tenente colonnello Domenico Candelli e del nucleo ispettorato del lavoro dell’Aquila hanno eseguito un accesso nel locale pubblico, verificando, tra le altre cose, le dimensioni della sala dove si è tenuta la festa e il possesso di tutti i requisiti previsti per le norme anti-covid.
Al termine degli accertamenti, è emerso che la sala dove si è tenuta la festa non aveva dimensioni adeguate in relazione al numero dei partecipanti e che non sono state osservate le norme che avrebbero potuto contenere il contagio.
Per questo motivo i titolari del ristorante sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Avezzano per la violazione dell’articolo 260 del testo unico delle leggi sanitarie, ossia per non aver posto in essere e fatto rispettare le prescrizioni previste nelle norme emanate per l’emergenza covid-19, e in particolare per non aver rispettato il limite massimo di capienza, non aver fatto rispettare il divieto di assembramento e il distanziamento interpersonale e per non aver fatto indossare le mascherine protettive.
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