Celano. Aveva lanciato un ciocco di legno di circa 60 centimetri dal balcone e aveva colpito il padre facendolo finire in ospedale in prognosi riservata. Era stato accusato di tentato omicidio e ora il tribunale di Avezzano lo ha condannato a un anno e otto mesi di reclusione. L’accusa ne aveva chiesti sei. Si tratta di Renato Palumbo, 38 anni, di Celano, difeso dall’avvocato Stefano Guanciale.
I fatti risalgono a giugno del 2013 quando l’uomo fu ritrovato dai familiari esanime a terra con evidenti ferite al volto e alla testa e subito dopo ricoverato all’ospedale dell’Aquila. Era a terra in un terreno attiguo alla sua abitazione. Il genitore, oggi 68enne, in un primo momento era sembrato agli stessi congiunti e ai medici vittima di un banale incidente domestico, ipotesi che però non aveva convinto i carabinieri di Celano.
I sospetti dei militari e del sostituto procuratore Maurizio Maria Cerrato avevano subito fatto pensare a un’aggressione. Gli investigatori, sulla scorta del sopralluogo eseguito sulla scena del ritrovamento dell’uomo, e dopo un’attenta analisi delle lesioni riportate, non accontentandosi di quanto riferito dai familiari in ospedale, avevano avviato indagini volte alla ricostruzione delle ultime ore trascorse dall’anziano prima del ferimento. Era emersa così una realtà dei fatti ben più grave e drammatica. Infatti, le testimonianze rese e gli elementi raccolti avevano portato alla denuncia del figlio convivente.
Secondo l’accusa, a seguito di un litigio scaturito per banali motivi, il figlio avrebbe aggredito il padre colpendolo alla testa con un grosso legno lanciato dal balcone, allontanandosi poi dall’abitazione e lasciandolo a terra in gravissime condizioni. Il giovane, secondo il suo racconto, voleva in realtà colpire il trattore che si trovava davanti all’abitazione. Nel corso delle udienze era stato anche disposto un incidente probatorio per accertare le condizioni del genitore ferito, che ha riportato lesioni permanenti, e per capire quali ricordi il marsicano avesse di quella vicenda. Alla fine il reato è stato derubricato in lesioni gravi e il giovane celanese condannato a un anno e 8 mesi con pena sospesa.