Avezzano. Dimenticate i discorsi secessionisti, gli spot alla “Roma ladrona” o le prese di posizione in stile Carroccio. Il Matteo Salvini che ieri ha stretto centinaia di mani nella Marsica, posato per decine e decine di selfie e incontrato gli operai della Fiamm e della Euroconic- due delle poche aziende floride del territorio – è un vero leader del Terzo Millennio con jeans e orecchino. Il suo arrivo nella Marsica era stato salutato da molti commenti, negativi e positivi, e da tanti dubbi. Non si sapeva chi, oltre il presidente del parco Simone Angelosante, lo avrebbe accolto, cosa avrebbe detto e cosa avrebbe fatto. Quando poi è sbarcato in città – anche se lui ha apostrofato su Twitter Avezzano come un paese – il quadro si è delineato. Il comitato di benvenuto era formato non solo da giovani che nelle sue idee, non quelle leghiste ma quelle da nuovo leader del movimento “Noi con Salvini”, si rispecchiavano, ma anche da ex An o da rappresentanti del centrodestra che ormai non sanno più qual’è la loro casa. Intorno a lui c’è entusiasmo, c’è una nuova voglia di fare politica, c’è la convinzione che dei principi della Lega c’è rimasto poco ma di terreno da conquistare insieme ce ne è tanto. La prima tappa sono state le aziende, poi bagno di folla al Gran caffè pieno come forse neanche negli incontri pre elettorali è mai stato. Con lui un sorridente Angelosante, Lorenzo De Cesare, Daniela Stati, Alfredo Castiglione, Vittoriano Frigioni, Michele Paliani e poi tanti amministratori marsicani. Ad attenderlo, oltre a una ventina di poliziotti, tanti giovani, che lo applaudono all’ingresso. Lui, sempre raggiante, saluta grandi e piccoli. Da un pizzicotto a un bambino, posa per un selfie con due giovani che gli dicono “Sei tu il vero Matteo”, forse confondendo il ruolo del politico con quello dell’evangelista, e poi si ferma, rapito da qualcosa. Guarda fisso il maxi schermo del bar, ma per guardare cosa? La prima uscita del presidente della Repubblica Mattarella? Le evoluzioni della crisi del centrodestra? Nulla di tutto questo, Matteo è “uno come noi”, come più volte ha ripetuto, e stava semplicemente vedendo le ultime novità sul suo Milan! Dopo un caffè, però, torna nei panni di leader e prende il microfono in mano. “Oggi inizia qualcosa di importante”, spiega, “mi hanno segnalato tanti problemi del territorio, treni, ospedali, giustizia. Io, non ho la bacchetta magica, non dico votate Salvini e risolviamo tutto”. Dopo riflessioni sugli immigrati – Anche in Marsica, #Abruzzo, cittadini esasperati da #immigrati che rubano, picchiano e spacciano, si organizzano da soli: fan bene! – sulle coppie di fatto e sull’euro, già abbondantemente illustrate nei salotti televisivi, Salvini scalda la folla: “Non partecipo per divertirmi, metto in gioco me stesso, la mia salute, la mia incolumità, ma non mi interessa partecipare, ma vincere. Quindi coraggio, riprendiamoci questo paese è trasformiamolo in quello che era qualche anno fa”. Applausi, grida di incoraggiamento e tanti flash salutano il discorso di Salvini che viene poi rapito dai “big” marsicani che, affilate le armi, intorno al suo nome vogliono scendere in campo e combattere nuove battaglie. L’incontro però, nella saletta sul retro, è off limits a tutti, giornalisti compresi, perché anche se Matteo parla di novità, i modi sono sempre quelli della politica di un tempo. (e.b.)