Avezzano. Il processo per favoreggiamento all’immigrazione clandestina e truffa ai danni dello Stato dovrà tornare ad Avezzano. Lo ha stabilito ieri nel corso dell’udienza preliminare il giudice del tribunale dell’Aquila Guendalina Buccella riguardo all’inchiesta che vede sotto accusa 24 persone, marsicani e alcuni stranieri. Il giudice ha dichiarato l’incompetenza territoriale del Tribunale dell’Aquila perché il reato sarebbe stato commesso nella Marsica. Dalla distrettuale, inchiesta coordinata dal pm David Mancini, il processo dovrà passare alla procura di Avezzano.
Secondo l’accusa, i lavoratori extracomunitari pagavano fino a 11mila euro e presentavano domande di assunzione, false grazie alla copertura di imprenditori agricoli compiacenti, per poter arrivare in Italia. Tutto ciò dopo aver frequentato corsi in Marocco finanziati da appositi progetti di integrazione con fondi dell’Unione europea.
Gli accusati sono Augusto Cicchinelli, imprenditore di Trasacco, Francesco Papa di Roma, Attilio Cicchinelli, di Trasacco, Gianfelice Angelone di Avezzano, Rachid Bedraoui, residente in Belgio e ufficialmente irreperibile, Mohammed El Adouy, Mohammed Ari, Said Yatimenabi, Otman Yatimenabi, Laamiri Jabbari, tutti residenti ad Avezzano e Luco dei Marsi, Daniela Petruta Pintilescu domiciliata a Selva di Val Gardena (Bolzano), Gioacchino Ciocci di Luco, Giuseppe Antonini di Avezzano, Giuseppe Stornelli di Avezzano, Pasquale Salvati di Trasacco, Quirino Massaro D’Alò di Luco, Francesco Cafiero, 25 anni, di Celano, Ugo Lucio Perrotta di Celano, Angelo Catarinacci di Luco, Giuseppe Di Fabio di Lecce nei Marsi, Antonio Troiani di Lecce nei Marsi, Mario Morgante di Celano e Franco Di Fonzo di Lecce nei Marsi e Francesco Cafiero, 75 anni, di Celano.
Le indagini, che fanno riferimento a presunti reati compiuti fra il 2012 e il 2014, sono state coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia dell’Aquila. Secondo l’accusa, diversi imprenditori agricoli della Marsica hanno inoltrato richieste per ottenere manodopera dietro pagamento di denaro. Gli stranieri beneficiari venivano inseriti in appositi corsi in Marocco organizzati dagli appartenenti all’associazione “Mondo a Colori” che faceva capo ad Augusto Cicchinelli. Associazione vincitrice dell’avviso 1/2011 del Fei (Fondo europeo per gli investimenti), curato dal ministero del Lavoro e dello sviluppo economico con un progetto chiamato “Integra”. Nel collegio difensivo gli avvocati Franco Colucci, Mario Flammini, Stefano Guanciale, Lucio Cotturone, Giuseppe Di Palma, Pasquale Gallo, Antonello Simone e Mauro Ceci.
I fondi deriverebbero, sempre secondo l’accusa, dal progetto che ha ottenuto un finanziamento complessivo di 200mila euro (in due tranche) attraverso il quale ha finanziato corsi di formazione linguistica e professionale da tenere in favore di cittadini residenti nei Paesi di origine interessati da flussi migratori. Ma la formazione qualificata certificata non è stata riscontrata nelle centinaia di denunce sporte dai frequentatori dei corsi. E anche il lavoro pare fosse fittizio. L’unica certezza, secondo l’accusa, era l’arrivo in Italia di centinaia di immigrati divenuti irregolari.