Carsoli. Un comune di circa 5.600 anime, al confine tra Lazio e Abruzzo e centro di riferimento commerciale e produttivo per diverse centinaia di persone al giorno che, nonostante il “movimento” finora ha avuto zero contagi da coronavirus. A Carsoli, in provincia dell’Aquila, tra i territori meno colpiti
d’Italia, dove tra le altre cose c’è il casello dell’autostrada Roma-Teramo, alla vigilia del termine della emergenza e dell’avvio della fase 2, non sembra che viga il lockdown: in giro si vede tanta gente, circolano numerose auto, ma allo stesso tempo “tutti si comportano con senso di responsabilità e rispettando alla lettera le norme di contenimento varate per il contrasto al pericoloso virus”, come assicura il giovane sindaco, l’avvocato Velia Nazzarro.
“Nella fase 2 ci vuole prudenza perché il virus è ancora in circolazione, dobbiamo riaprire gradualmente, anche se c’è preoccupazione per la economia del territorio, tra l’altro pieno di ristoranti e con
alcune industrie importanti, a Carsoli e nelle sei frazioni”. Nel mentre, però, tutti indossano le mascherine, tutti rispettano le distanze di sicurezza con pazienza e con serenità, lo si può constatare davanti ai numerosi negozi e ai centri commerciali alla periferia del paese crocevia di contatti, traffici e affari, anche fuori dalla piana del Cavaliere. Ma alle 19, alla chiusura delle attività in un giorno feriale, il mondo cambia: sia il centro, sia la periferia si svuotano e l’immagine diventa più simile ad un coprifuoco.
“Siamo in un’oasi felice – chiarisce Gloria Silvia Palma, titolare di ‘Strapizzami’, volontaria del 118, intenta a riavviare il l sua pizzeria per l’asporto -, però il merito è nostro perché appena uscite le norme, ci siamo chiusi in casa stando attenti a rispettare ogni consegna. Non ho paura, soffro però per la distanza, ci mancano tanto gli abbracci”. Con il primo cittadino, a capo “di una Giunta civica al femminile”, parliamo a debita distanza e con le mascherine seduti su una panchina di fronte al municipio dove, oltre alla bandiera italiana e dell’Ue, campeggia uno striscione con un arcobaleno e il ricorrente slogan “andrà tutto bene”.
“Qui i cittadini sono chiusi in casa – spiega con indosso la casacca della protezione civile appena terminato il secondo giro di distribuzione gratuita di mascherine a tutta la popolazione -, si esce solo per la fattispecie previste dalla legge, è la dimostrazione che la nostra comunità ha capito la drammaticità del momento. Ed i giovani sono stati molto bravi ed affidabili, hanno dato l’esempio non creando mai problemi tanto che li ho ringraziati nel messaggio di Pasqua”
“Dopo una iniziale preoccupazione, ci siamo organizzati, con la Protezione civile abbiamo assistito gli anziani e le famiglie in difficoltà, programmando sanificazione a cadenze bisettimanali. E lavorando tante ore al giorno per risolvere ogni problema”.Il sindaco rivela che in realtà un contagio nel paese c’è stato “ma è riferito ad una giovane infermiera che si è infettata in ospedale a Roma ed è in quarantena nella sua casa di Carsoli con il massimo della sicurezza”.
Una funzione importante, in questa emergenza, l’hanno avuta le sette pro-loco: “abbiamo mantenuto rapporti con mail e messaggi intervenendo per dare una mano – spiega Francesca Cantiello, romana che vive da tanti anni nella piana del Cavaliere, presidente della pro-loco di Carsoli -. “Siamo una comunità molto unita che rispetta le regole”.
“Faccio il pendolare con Roma – chiarisce l’imprenditore nel campo delle pulizie Alessandro Pindinello, uscito di casa per portare fuori il cane -. Qui mi sento sicuro, pur non essendo una grande città, rispettiamo le regole”. Tra le persone che non hanno dato il nome, una giovane che rivela il fatto che molte famiglie con anziani, hanno messo le mascherine anche dentro casa”.