Avezzano. Sono stati condannati nell’ambito del processo sui falsi certificati medici. Si tratta di Arnaldo Aratari di Gioia dei Marsi, personaggio chiave nell’inchiesta insieme allo psichiatra della Asl di Avezzano Sulmona L’Aquila e responsabile del Centro d’igiene mentale (Cim) di Avezzano, e Luigi Maiello, agente di polizia penitenziaria di Avezzano. DUe persone sono state invece assolte mentre 10 i rinviati a giudizio e due i prosciolti.
La sentenza ha disposto due anni e sette mesiper Arnaldo Aratari e a tre anni e tre mesi per Maiello. Sono stati assolti invece Tiziana Mascitelli, moglie di Aratari, e Guglielmo Mascitelli, anziano suocero di Aratari. La sentenza è stata emessa nel corso del rito abbreviato nei confronti di degli accusati nell’inchiesta sui falsi certificati medici alla Asl di Avezzano. Il pubblico ministero ha chiesto pene da tre a quattro anni di reclusione per i quattro accusati che hanno scelto il rito abbreviato.
I rinviati a giudizio dal gup, Caterina Di Lauro, sono dieci. Gli indagati sono sono stati tutti rinviati a giudizio a esclusione del medico Gino Arioli, che è stato prosciolto e a Paola Fracassi, per la quale era stato chiesto già nell’udienza precedente il non luogo a procedere. Diversi i reati per i quali il collegio presieduto dal giudice del tribunale di Avezzano ha disposto il proscioglimento, ma per dieci persone è rimasto almeno un capo d’accusa che ha portato al rinvio a giudizio. Dovranno presentarsi davanti al giudice il 2 aprile 2020. Il rinvio a giudizio era stato chiesto per lo psichiatra avezzanese Angelo Gallese, per Maria Palma Di Biase di San Benedetto dei Marsi, Paolo Di Bella di Avezzano, Njiac Shahini di Avezzano, Orlando Morelli di Avezzano, Ida Morelli di Avezzano, l’ex consigliere e assessore regionale Mario Panunzi di Avezzano, Carmine Macerola, carabiniere in congedo di Cerchio, Giuseppe Agostinacchio, carabiniere in pensione originario di Roma e il medico Gino Arioli di Ortucchio, il quale è stato prosciolto dall’unico capo di accusa a suo carico. Anche per Gianluca Alfonsi, consigliere provinciale e finanziere di Gioia dei Marsi, il pubblico ministero aveva chiesto il rinvio a giudizio. Quest’ultimo è estraneo alla vicenda dei falsi certificati perché è accusato di aver rivelato alcune informazioni riguardante l’indagine mentre parlava con l’accusato Aratari, suo compaesano.
Le accuse vanno a vario titolo dalla truffa ai danni dello Stato, alla corruzione e al falso. l’inchiesta si basa su indagini della Guardia di finanza, che ha acquisito un’ampia documentazione video e fotografica anche all’interno di locali della Asl. Le accuse vanno dalla frode assicurativa alla truffa ai danni dello Stato, dalla corruzione al falso. L’operazione “Tutti per uno” ha portato a maggio all’esecuzione di dieci ordinanze di custodia cautelare di cui tre in carcere e sette ai domiciliari. La richiesta di rinvio a giudizio era stata firmata dal sostituto procuratore Roberto Savelli il 3 ottobre 2018.
La vicenda, collegata anche ad altri filoni su false invalidità, ha fatto emergere, sempre secondo le indagini, un sistema di collegamenti ambigui tra il mondo delle consulenze, quello medico e quello di pazienti conniventi, ma anche il coinvolgimento di insospettabili. Secondo gli accertamenti investigativi delle Fiamme Gialle di Avezzano, il Centro di salute mentale della Asl era stato trasformato in una sorta di “emporio” di certificati medici falsi, con il dirigente che dietro pagamento di somme di denaro dispensava documenti utili ad avanzare domande risarcitorie all’esito di incidenti stradali, istanze di congedo per malattia al proprio datore di lavoro, domande di invalidità e persino richieste di autorizzazioni o permessi per superare misure cautelari pendenti. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Stefano Guanciale, Antonio Valentini, Mario Del Pretaro, Antonio Milo, Franco Colucci, Dario Visconti, Antonio Pascale e Cesidio Di Salvatore.