Avezzano. “È immondizia”, così rispose ai carabinieri che lo fermarono ad agosto del 2019, sulla Tiburtina, in un normale controllo da parte delle forze dell’ordine. I militari lo avevano notato perché era alla guida mentre parlava al cellulare e per questo lo avevano fermato. Si tratta di Emilio Baldini, 63enne celanese, rimasto coinvolto in un’imponente operazione della Guardia di Finanza che si è conclusa ieri, con l’esecuzione di 12 misure cautelari.
Quando in quell’episodio i carabinieri di Collarmele, gli chiesero cosa portasse nei sacconi neri, poggiati sui sedili posteriori abbassati, rispose che era immondizia pensando di farla franca. E invece i militari pretesero che li aprisse e scattò così il sequestro di circa cento chili di tabacco.
Quello che fino a ieri non si sapeva però, è che Baldini, insieme agli altri componenti di una vera e propria banda del contrabbando di tabacco, era seguito e intercettato dai finanzieri che per tanto tempo lo hanno controllato, documentando le sue azioni.
Le misure cautelari eseguite ieri mattina
La Guardia di Finanza di Rieti, con il supporto dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha notificato ieri mattina le misure cautelari nei confronti di 12 persone, tutte appartenenti a un’associazione a delinquere finalizzata al contrabbando di sigarette artigianali, di carattere transnazionale, emessa dal gip del Tribunale di Avezzano.
Il provvedimento, due misure cautelari in carcere e due agli arresti domiciliari e altre otto consistenti in obblighi di firma , è stato eseguito in tre regioni italiane, con il supporto di militari dei Comandi provinciali di Napoli e Perugia, nonché del Servizio Centrale I.C.O. di Roma.
Gli indagati
Sono nove gli italiani coinvolti di cui sette sono marsicani. Gli altri cinque sono stranieri.
Sono stati arrestati e trasferiti in carcere Antonello Celestini, 58 anni, di San Giustino (Perugia) e Bachour Saadeh, 61 anni, siriano, mentre sono stati messi ai domiciliari Emidio Baldini, 63 anni, di Celano e Diego Mazzia, 33 anni, di Acerra (Napoli).
Santina (Sandra) Tomassini, 48 anni, di Celano, moglie di Baldini, Leonardo Citti, 58 anni, di Perugia, Daniele Faricelli, 60 anni, di Avezzano, Fabio Rossi, 55 anni, di San Giustino (Perugia), Stefania Selva, 60 anni, di Avezzano, Cesidio Del Roscio, 52 anni, di Trasacco, Issam Gnanem, 50 anni e Ousai Hanna, 31 anni, entrambi siriani, sono stati sottoposti all’obbligo di firma.
L’operazione
L’operazione è nata da un’attività infoinvestigativa avviata nei mesi scorsi dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Rieti, dal quale era emersa l’esistenza, nel Reatino, di un canale di rifornimento di sigarette artigianali di contrabbando alimentato da soggetti residenti nella vicina provincia di Avezzano.
I successivi accertamenti, coordinati dal pm Maurizio Maria Cerrato della Procura di Avezzano, hanno consentito di individuare un’articolata associazione a delinquere, insediata nell’avezzanese, ma capeggiata da soggetti e società operanti nel settore tabacchicolo dislocati nelle province di Perugia e Avellino.
L’organizzazione, secondo quanto ha accertato la Finanza, “distoglieva dai canali commerciali aziendali ingenti quantitativi di tabacco, destinandolo ai complici e contrabbandieri avezzanesi, per la successiva lavorazione in sigarette e/o in tabacco trinciato da fumo”. Dalle indagini, svolte anche con il supporto tecnico dello Scico, hanno permesso, sempre nel comune di Avezzano, di individuare una fabbrica clandestina di melassa di tabacco per narghilè (“shisha”), impiegata per produrre decine di tonnellate l’anno di prodotto destinato al mercato nazionale ed estero.
Nell’opificio clandestino, allestito con costosi macchinari e dotato di sofisticati sistemi di video sorveglianza, operavano ‘tecnici’ di origine mediorientale, detentori di un vero e proprio segreto di fabbricazione.
Il blitz nella laboratorio dei finanzieri reatini ha permesso di sequestrare circa 3.440 chilogrammi di melassa di tabacco per narghilè, per un valore al dettaglio di oltre 3 milioni di Euro, altri 400 chilogrammi circa di tabacco trinciato e di migliaia di sigarette artigianali già confezionate, nonché macchinari industriali del valore di circa 500mila Euro e prodotti chimici, come glicerina vegetale e sciroppi dolcificanti, per oltre 1500 chilogrammi. L’accisa evasa dall’organizzazione ed allo stato accertata è pari a circa 3,5 milioni di euro, mentre il tabacco consumato “in
frode” è pari a oltre 10 tonnellate.
I finanzieri e i funzionari dell’Agenzia delle Dogane hanno sequestrato ulteriori 3.600 chilogrammi di tabacco lavorato e non sottoposto ad accisa, rinvenuti presso una delle aziende coinvolte nell’indagine.
Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Mario Del Pretaro, Carmelo Occhiuto, Mario Flammini e Emilio Mattei.
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