Avezzano. Ezio Stati, definito il leone della politica, ex democristiano e oggi del Pdl, padre del consigliere regionale Daniela Stati, parla dell’inchiesta che ha portato al suo arresto e chiede subito il processo affinché venga fatta chiarezza. Dopo tre anni e qualche giorno dopo il quarto anniversario del terremoto dell’Aquila e a oltre due anni mezzo dall’arresto, il 2 agosto 2010, e dopo la richiesta di un nuovo rinvio a giudizio da parte della procura della Repubblica di Avezzano, dove il fascicolo è stato trasferito per competenza territoriale, l’ex consigliere regionale Ezio Stati torna a parlare della sua vicenda giudiziaria nel corso di una conferenza stampa all’hotel Dragonara di San Giovanni Teatino, in provincia di Chieti, mostrando di sentire come quella moralmente più difficile da sopportare è proprio l’accusa di aver tentato di lucrare sulla tragedia del sisma. Stati fu arrestato con l’imprenditore Stornelli, l’ex deputato Angeloni, e il marito della figlia, Marco Buzzelli. La stessa Daniela Stati, all’epoca assessore regionale alla Protezione civile, fu coinvolta e si dimise. Stati, ieri, ha detto la sua a Dragonara, definito il luogo del delitto.
Ezio Stati, padre dell’ex assessore Daniela, costretta alle dimissioni dalla giunta Chiodi proprio a causa dell’indagine, è stato arrestato nell’ambito di uno dei filoni dell’inchiesta “Re Mida”, partita da Pescara per scandagliare la presunta corruzione nel mondo dei rifiuti in Abruzzo. Furono arrestati l’ex assessore del Pdl, Venturoni, e l’imprenditore Rodolfo Valentino Di Zio. L’accusa riguardava presunti affidamenti e corruzione nell’ambito della ricostruzione del terremoto con al centro Abruzzo Engineering e la Selex Se.Ma.,socio del gruppo Finmeccanica. Si parlò di corruzione di Stati per un televisore regalato dall’altro indagato, Sabatino Stornelli, allora vertice della Selex Se.Ma., ed altri regali elargiti alla figlia Daniela tra cui un anello con brillante. Nella vicenda giudiziaria emersero intrecci e appalti affidati alla società pubblica Abruzzo Engineering grazie ad una ordinanza firmata da Berlusconi. Ieri. insieme a lui, in conferenza stampa c’era il suo avvocato, Alfredo Iacone, mentre la figlia Daniela era seduta in platea. “Ho cercato in ogni modo di farmi ascoltare, di essere messo a confronto con chi aveva raccolto le informazioni che si sono tramutate successivamente in accuse contro di me. Ma non ci sono riuscito. L’unico interrogatorio al quale sono stato sottoposto è stato quello di convalida dell’arresto. Come mai prima tanta fretta per limitare la mia libertà, farmi passare per assessore di fatto che orientava le scelte di mia figlia, e poi più nulla, solo silenzio? Tutto ciò è davvero molto strano. Prima si sostiene”, ha affermato Stati, “che fossi in affari col senatore Filippo Piccone. Poi in atti mi si scambia dapprima per il padre del sindaco di Celano Piccone per diventarne successivamente socio. Cosa che tutti sanno in Abruzzo essere impossibile. Quando le carte passano da Pescara alla procura dell’Aquila, divento l’assessore regionale effettivo al posto di mia figlia. Ciò si deduce da una telefonata che il Presidente Chiodi avrebbe fatto per rassicurarmi sulla questione di Abruzzo Engineering. Peccato però che nel fascicolo quella telefonata non c’è. E poi, se fosse stato vero, perché io sono coinvolto e Chiodi no?”. L’eventuale udienza potrebbe tenersi entro fine anno, ma ora Stati chiede che venga subito fatto il processo.