Capistrello. Seguire le orme dei pittori che nei tempi passati hanno raffigurato l’Emissario di Claudio nel suo sbocco sul fiume Liri per evidenziare la bellezza e l’unicità del luogo ampliandone la sua conoscenza nel mondo! E’ con queste intenzioni che l’Associazione Culturale “Amici dell’Emissario” di Capistrello ha voluto indire per il 9 agosto 2017 un concorso di pittura estemporanea intitolato proprio “Nei Luoghi dell’Emissario…” e che vuole richiamarsi anche all’attività che famosi artisti del passato, quali A. L. R. Ducros, G. A. Hackert, J. P. Hackert, G. Piranesi, T. Lancelot, E. Lear, tra il ‘700 e l’800 hanno svolto in questo luogo riproducendolo nei loro quadri che ora fanno bella mostra in importanti musei pubblici e collezioni private.
La manifestazione si svolgerà all’interno di un contesto naturalistico di rara bellezza rappresentato dal tratto più angusto della Valle del Liri chiamato localmente “Cupone”. Il luogo, posto esattamente alla base dell’antico agglomerato urbano di Capistrello, è stato per secoli la porta d’ingresso alla Marsica per tutti i viaggiatori provenienti dalla Campania e dalla Ciociaria e per lungo tempo è stato dimenticato dai più con tutti i tesori archeologici tra i quali primeggia proprio il grande Arco in opus reticulatum del I secolo d.c. che incornicia l’uscita della galleria sotterranea attraverso la quale l’acqua del lago Fucino si riversa nel Liri. In questa zona che va da Capistrello a Pescocanale e lunga poco meno di 3 chilometri è possibile trovare, oltre questa imponente opera romana, anche resti di ben quattro mulini, la cui origine si perde nella notte dei tempi, di una gualcheria e di tre diverse centrali idroelettriche fra le prime costruite alla fine dell’ottocento nell’Italia centrale. Sarà poi il fiume Liri, con le sue rumorose acque, intrecciando con il treno, che si inerpica nella galleria elicoidale della linea ferroviaria Avezzano-Roccasecca, e con le antiche strade montane a fornire suggerimenti ed ispirazione ai vari artisti che giungeranno per l’occasione.
L’area, fino a qualche mese fa quasi impraticabile per via della vegetazione che aveva ricoperto la maggior parte degli antichi sentieri, è stata resa accessibile e visitabile grazie ad una instancabile e frenetica attività svolta da moltissimi volontari capistrellani coordinati proprio dall’Associazione Amici dell’Emissario nata sull’onda dell’entusiasmo sorto dopo il successo avuto nell’8° Concorso “I Luoghi del cuore” indetto dal FAI, Fondo Ambiente Italiano, nel 2016. In questa occasione, e con un piccolo lasso di tempo di circa due mesi, gli Amici dell’Emissario sono riusciti a raccogliere oltre 4700 segnalazione da parte di cittadini italiani, europei ed extraeuropei, al fine di far conoscere questo importante sito archeologico e soprattutto per sollecitare interventi di restauro che ne possano garantire la sopravvivenza nel tempo. Le opere murarie romane cominciano infatti a cedere all’avanzare del tempo e degli agenti atmosferici rischiando di privare l’intera umanità di un’opera creata 2000 anni fa per commemorare una delle più grandi imprese mai realizzate nell’antichità: una galleria sotterranea lunga oltre 5, 6 chilometri interamente scavata nelle viscere della terra ad una profondità di oltre 80 metri dalla superficie.