Avezzano. La Settimana Santa è la settimana nella quale i Cristiani celebrano gli eventi della salvezza correlati agli ultimi giorni della vita di Gesù, e cioè la sua passione, morte e risurrezione. In tutto il mondo, i Cattolici chiamano Settimana Santa il periodo, dalla Domenica delle Palme al Sabato Santo, che precede la Pasqua, cioè la domenica in cui si ricorda la Risurrezione dai morti di Gesù Cristo. La Pasqua è la Solennità più grande per coloro che credono e ogni anno si celebra la prima domenica della luna nuova di primavera. I riti religiosi della Settimana Santa, sono celebrati con solennità in tutte le chiese del mondo cristiano. Per la Chiesa Cattolica essi sono il culmine di tutto l’anno liturgico e si aprono con la Domenica delle Palme e della Passione, nella quale si celebra l’entrata trionfale di Gesù in Gerusalemme, acclamato come Messia e figlio di Davide, e viene letto il racconto della Passione di Gesù secondo uno dei tre Evangelisti: Matteo, Marco o Luca. Questa ricorrenza non segna la fine della Quaresima che si conclude, invece, il Giovedì Santo, esattamente prima della Messa vespertina. Il solenne Triduo Pasquale della passione, morte e risurrezione di Cristo inizia nel pomeriggio del giovedì santo. In ora serale si celebra la Messa in Cena Domini, nella quale si ricorda l’ultima Cena di Gesù, l’istituzione del Sacramento dell’Eucarestia e del Sacerdozio ministeriale, e si ripete il gesto simbolico della lavanda dei piedi effettuato da Cristo proprio durante l’ultima Cena. Alla fine della Messa gli altari restano senza ornamenti, le croci velate e le campane silenti. Nelle Chiese si visita l’Altare della Reposizione, dove è adorata solennemente tra luci e fiori, la Santissima Eucarestia e che, nell’immaginario devozionale popolare è stato considerato nei secoli come il Sepolcro del Signore. Il Venerdì Santo la Chiesa, per antichissima tradizione, non celebra l’Eucarestia ma ha luogo una speciale cerimonia costituita da una lunga Liturgia della Parola con la sconvolgente profezia del quarto Carme del Servo Sofferente di Isaia (52,13-15 e 53 2-12), una brano della Lettera agli Ebrei e la Passione secondo Giovanni (unico Evangelista che assistette personalmente alla morte di Cristo). Segue l’adorazione della Santa Croce e la distribuzione dell’Eucarestia conservata dal giorno prima. Il Sabato Santo è il giorno del silenzio nel quale la Chiesa medita Gesù Cristo rinchiuso nel sepolcro. Nella notte si celebra poi la solenne Veglia Pasquale, detta da Sant’Agostino la Madre di tutte le Veglie e che nella Chiesa Cattolica è la celebrazione più importante di tutto l’Anno Liturgico. La Veglia ha nei suoi vari aspetti, origini e significati molto antichi. La liturgia del fuoco, col quale si accende il Cero pasquale, che simboleggia la nuova luce scaturita dalla risurrezione, è portato processionalmente in presbiterio ed è incensato dal celebrante. Alla sua luce viene cantato l’Annuncio Pasquale. Le sette letture, che un tempo nella liturgia papale venivano cantate in latino e in greco, ripercorrono la storia dell’uomo dalla sua creazione. Dopo il canto solenne del Gloria, l’Epistola proclama la vita nuova dei cristiani rinati mediante il battesimo, e nel Vangelo si legge il racconto dell’apparizione degli angeli alle donne la mattina di Pasqua. Segue la liturgia battesimale, nella quale fin dai primi secoli vengono battezzati i catecumeni. Ai riti previsti dalla liturgia si accompagnano quelli che nel corso dei secoli la pietà del popolo cristiano ha adottato per rievocare i momenti più significativi degli ultimi tre giorni di vita di Cristo. Per la sincerità di tali espressioni religiose la Chiesa cattolica approva e consente lo svolgimento di queste devozioni, in quanto contribuiscono a rinsaldare e tramandare la fede cristiana. In tutto il mondo cattolico, la tradizione popolare della Settimana Santa è ricchissima di canti, poemi, raffigurazioni e rievocazioni sceniche della Passione di Gesù, che affondano le loro radici sopratutto nel Medioevo. Numerose e spesso particolarmente suggestive sono le processioni del Venerdì Santo in tutto l’Abruzzo, nelle quali si mescolano gli elementi più strettamente religiosi a componenti in varia misura di tipo folkloristico e, non di rado, legati a superstizione popolare. Fra le più nobili e famose ricordiamo quella di Chieti, che è la più antica d’Italia organizzata dall’Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti e quella di Sulmona, organizzata dalla Confraternita della Santissima Trinità. In particolare quest’ultima si svolge come un sontuoso corteo funebre composto da centinaia di confratelli vestiti con un saio rosso; uscendo dalla chiesa della SS. Trinità è accompagnato da una banda di ottoni che suona celebri marce funebri attraversando tutte le principali vie del centro storico della città. Al seguito del corteo, sfila una schiera di lampioni bianchi posti ai lati, e dietro di essi segue il coro, composto da numerosi cantori tripartiti in tenori, baritoni e bassi, che esegue vari tipi di Miserere e si muove a passo cadenzato, ondeggiando; è uno degli aspetti più spettacolari della processione e per questo motivo i posti da corista sono tra i più ambiti. Subito dietro il coro è portata la bara del Cristo Morto seguita dalla Vergine vestita a lutto. Un’altra confraternita cittadina si occupa invece della processione della Resurrezione, meglio conosciuta in tutto il mondo come la “Madonna che scappa”. Due modi diversi di partecipare a questi tradizionali riti che vedono un largo coinvolgimento di migliaia di persone, molte delle quali turisti e curiosi provenienti da ogni parte d’Italia. Tutto inizia col sorteggiare le “quadriglie” ossia i gruppi delle quattro persone che sosterranno correndo a forte velocità la statua della Madonna la domenica di Pasqua nella centralissima piazza Maggiore. A mezzogiorno in punto la Vergine, vestita ancora con gli abiti del lutto, esce dalla Chiesa con passo lento. Si avvicina ad essa la statua dell’Apostolo San Giovanni che le annuncia la risurrezione del Figlio. Ancora incredula compie pochi lenti passi, dopodiché, alla vista della statua del Cristo risorto, posta in fondo all’acquedotto romano, inizia una gioiosa corsa, mentre cadono, con speciale marchingegno, gli abiti di lutto, volano bianche colombe e le campane suonano a festa. Molto suggestive sono anche le processioni del Venerdì Santo di Tagliacozzo, Avezzano e Celano. A Tagliacozzo la processione uscirà all’imbrunire dalla chiesa della Misercordia in piazza dell’Obelisco, ad Avezzano invece il corteo religioso uscirà dalla chiesa di San Giovanni in piazza Castello, mentre a Celano alle 16 dalla chiesa di San Giovanni. Una linea sottile divide dunque gli aspetti religiosi da quelli devozionali, ma la partecipazione al triduo di Pasqua dovrebbe essere consapevole e ricca di fervore nel ricordo che Cristo si dona per gli uomini e per la liberazione dalla schiavitù e dal peccato. Certo, la pietà popolare è bella, va incoraggiata, ma sia sorretta da fede forte e matura. Gianluca Rubeo