Avezzano. “Per i sanitari che abbiano compiuto 62 anni di età è possibile l’esonero dalle guardie notturne: ma non nella Asl 1 dell’Aquila, Avezzano Sulmona”. A scoprire e a sollevare il caso è l’avvocato Salvatore Braghini, non nuovo a raccogliere interventi sollecitati dai sanitari in ordine ai problematici rapporti tra personale e vertici aziendali.
In questo caso il legale, occupandosi della vertenza di un dirigente medico, ha chiesto alla direzione aziendale e alle Organizzazioni sindacali presenti nella Rsa di acquisire le iniziative dell’organismo paritetico per l’innovazione intese a disciplinare l’esonero dai turni più gravosi del personale con il predetto requisito anagrafico, ai sensi dell’art. 6bis dell CCNl del comparto sanità, sottoscritto il 24 luglio 2019. Non senza sorpresa, la direzione aziendale rispondeva nella persona del direttore generale, Roberto Testa, per precisare che “l’organismo paritetico per l’innovazione, regolarmente costituito con deliberazione n. 1269 del 18.07.2019, non ha assunto alcuna deliberazione in ordine alla problematica segnalata nella missiva”. La missiva del legale era stata inviata, con richiesta di affissione all’albo sindacale, anche alle organizzazioni sindacali che figurano nell’organismo paritetico in parola, ossia Cgil, Cisl, Uil, Nursing Up e Fsi, senza però ricevere alcun riscontro da parte di quest’ultime.
Dell’organismo paritetico per l’innovazione fanno parte, dal lato dell’azienda, Fabrizio Andreassi, Stefano Di Rocco, Luigi Franciotti, Emanuela Modestini, Maurizio Di Stefano e, dal lato delle organizzazioni sindacali, Andrei Carducci della Cgil, Gianfranco Giorgi della Cisl, Simona Ghelfi della Uil, Patrizia Morfeo di Nursing Up e Giuseppe Alfonsi della Fsi. Sono questi i soggetti dall’Organismo che dovrebbero discutere e contrattare iniziative e/o linee guida e/o progetti secondo la previsione dell’art. 6 bis, con particolare riferimento anche alla pronta disponibilità notturna e alla valutazione dei criteri per l’esonero del personale che abbia superato la soglia di 62 anni di età anagrafica.
“Posto che è affidata alla contrattazione decentrata e quindi ai tavoli di trattativa sindacali locali la discussione circa la possibilità di esonerare dalle guardie notturne il dirigente medico o sanitario che ha superato i 62 anni di età”, si legge nella nota, “ci si domanda perché le organizzazioni sindacali non si siano ancora attivate per disciplinare tale opportunità. Una determinazione condivisa in questo ambito potrebbe migliorare le condizioni di lavoro del personale meno giovane, soprattutto riguardo ai turni notturni, notoriamente gravosi, riducendo l’esposizone degli stessi (e dell’utenza) ai correlati rischi da stress professionale”.
“Peraltro, la proposta di continuare, oltre i 62 anni, ad impegnarsi nella reperibilità integrativa è argomento che divide e rispetto al quale soltanto la mediazione sindacale potrebbe portare ad una proficua soluzione. Anche perché il tutto potrà avvenire solo su base volontaria, all’interno di valutazioni fatte su ogni punto guardia, senza particolari penalizzazioni per le unità operative che prevedono guardie interdivisionali. Il tema è cogente, ed andrebbe proposto sui tavoli paritetic”i.
“Con il presente appello”, conclude, “si vuole sollevare un problema rilevante, consegnandone la soluzione ai titolari della contrattazione, trattandosi di una questione di stringente attualità, che non può lasciare indifferenti le organizzazioni sindacali e lasciar correre altro tempo senza assumere le dovute iniziative a tutela del personale sanitario. Tutti sappiamo, infatti, che i lavoratori della sanità, vieppiù in questo momento di protratta emergenza sanitaria, sono una categoria particolarmente esposta”.