Avezzano. La Marsica viene esclusa dai fondi 107.3c e la Marsica Come On, gruppo di Laboratorio Abruzzo Giovani, realizza un dossier sugli aiuti di Stato. “Noi di L.A.G. siamo apartitici e non schierati, svolgiamo “soltanto” una funzione territoriale di servizio”, hanno spiegato i giovani, “oggi, come ben sappiamo, le persone hanno perso, giustamente, la fiducia nelle istituzioni, che spesso
trascurano il vero interesse del cittadino e la realizzazione del bene comune. Esse danno esempio di come il principio di rappresentanza possa anche qualificare come “democrazia” un sistema di governo, ma solo in senso “formale” e non “sostanziale” scordando e buttando nel dimenticatoio anni e anni di impegno statale e la più importante conquista, l’acquisizione di uno stato progredito e libero in cui il cittadino possa mirare al bene proprio e collettivo, simbolo di civiltà attiva. E noi siamo cittadini attivi. Un cittadino attivo e partecipativo deve essere trasversale nella sua azione, indipendentemente dalle sue idee politiche e del partito che voterà nel segreto dell’urna, un’assemblea civica non deve avere secondi fini, né operare opzioni di
schieramento, ma dialogare con tutte le parti ed avvertendole che verrà valutato il loro operato concreto senza pregiudizi ideologici. Se si chiede una panchina nel parco e la realizzazione di giochi per bambini, l’interesse civico esula dal fatto che Sindaco o Presidente di Circoscrizione siano di centro, di destra o di sinistra. Proprio per queste ragioni la prima tematica su cui sta lavorando Marsica Come On, il gruppo che fa parte di Laboratorio Abruzzo Giovani (L.A.G.), fa riferimento agli Aiuti di Stato, regolati dal Trattato Europeo 107.3.c.
Andando sinteticamente ad analizzare tale norma possiamo dire che la Commissione Europea, in data 16 settembre 2014, ha approvato la Carta degli aiuti di Stato a finalità regionale dell’Italia. Il periodo di validità della Carta decorre dal 1 luglio 2014 e termina il 31 dicembre 2020. Tale documento definisce i territori in cui si può usufruire di fondi ai sensi delle norme UE e sancisce le intensità di aiuto (ovvero i livelli massimi) rispettivamente:
• 30 % per le PICCOLE imprese;
• 20% per le MEDIE imprese;
• 10 %per le GRANDI imprese.
La precisazione fatta sulle percentuali d’aiuto è molto importante, in quanto tale norma sembra essere stata recepita in maniera sbagliata dalla cittadinanza perché c’è la convinzione che la 107.3.c faccia riferimento esclusivo alle grandi imprese.
Con questa breve spiegazione del campo d’applicazione di tale norma noi giovani ricercatori del L.A.G. vogliamo spostare la nostra attenzione a ciò che ci riguarda più da vicino ponendovi questo interrogativo: “Ma la 107.3.c è in vigore ad Avezzano, o meglio nella nostra Marsica?”. Marsica Come On si è posta lo stesso interrogativo ed attraverso l’analisi di alcuni documenti, ha ricostruito il legame tra la norma ed il nostro territorio. Qui di seguito due sintetici dossier riguardanti rispettivamente: I. Cronistoria sul 107.3.c. La cronaca di una morte annunciata; II. Proposte di “Marsica Come On”. Rimedio alla grave situazione
venutasi a creare per la mancata revisione della norma. Cronistoria sul 107.3.c. La cronaca di una morte annunciata.
Il 10 luglio 2014, la Marsica e la Piana del Cavaliere vengono esclusi dal Governo Regionale dagli Aiuti di Stato (Trattato europeo, 107.3.c) fino al 2020, salvo gli esiti della revisione intermedia al giugno 2016. Da notare che l’esclusione della Marsica avviene nonostante il fatto che il territorio esprima una delle più rilevanti cariche regionali, il presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio. La città di Avezzano, che dispone di un nucleo industriale attrezzato, è tra le più danneggiate
dalla decisione della Regione: nessuna azienda è intenzionata ad insediarsi ad Avezzano dopo l’esclusione e le imprese già operanti non investono in assenza di incentivi, anzi, attuano processi inversi. Il 3 settembre 2014, dopo le forti proteste del territorio, i fratelli Di Pangrazio (oltre al Presidente della Regione anche il fratello Sindaco di Avezzano) organizzano un incontro – molto partecipato da sindaci, sindacati ed associazioni – al Comune di Avezzano, con il Presidente della Regione D’Alfonso. Parte il gruppo di lavoro per la redazione del Progetto Marsica. L’obiettivo? Mettere in campo progetti di sviluppo della Marsica con funzione di immediato ristoro, dopo l’esclusione dagli aiuti di Stato. La seconda promessa dichiarata nel medesimo incontro è
che la Marsica sarà ricompresa negli Aiuti di Stato in sede di revisione di medio termine (giugno 2016) della mappa degli stessi Aiuti per l’Abruzzo.
Nel gennaio 2015, il gruppo di lavoro Progetto Marsica porta a termine i lavori e nelle settimane che seguono, il Progetto viene presentato ai sindaci, alle forze sociali e produttive, alla Regione Abruzzo, riscuotendo unanime consenso ed apprezzamento.
Il 6 novembre 2015, con un ritardo di dieci mesi, una solenne seduta della giunta regionale in Avezzano, alla presenza de presidente del Consiglio Regionale Di Pangrazio e numerosi sindaci, approva il Progetto Marsica e delibera la costituzione di un secondo gruppo di lavoro per la fase attuativa. Questo secondo gruppo di lavoro non si è mai riunito e la fase attuativa non è mai partita. Il Progetto Marsica si è rivelato essere nei fatti una bufala rifilata al territorio da politici senza scrupoli.
Il 1 settembre 2016, sono scaduti i termini per la revisione di medio termine degli Aiuti di Stato. Il Presidente del Consiglio Regionale ed il Sindaco di Avezzano, nulla hanno fatto per onorare la promessa fatta nel settembre 2014, allorché si impegnarono sulla revisione della zonizzazione per far rientrare la Marsica tra le aree agevolate. La Marsica e la Piana del Cavaliere restano quindi escluse dai rilevanti benefici previsti dal 107.3.c. Questo significa che in assenza di questi benefici nessuna impresa si insedierà nel nucleo industriale di Avezzano e nessuna impresa operante ad Avezzano investirà in nuovi impianti. Ad
aggravare ciò l’intenzione, da parte della Regione, di far diventare la città di Avezzano, e quindi la Marsica, “Area di Crisi”, il che andrà sicuramente a ridurre i costi per le imprese/aziende già operanti nel territorio, ma comporterà anche la disincentivazione all’investimento da parte di quelle nuove aziende che si vorranno affacciare sul nostro territorio. Il riconoscimento del territorio come “Area di Crisi” è un palliativo che non porta sviluppo, è la resa della Marsica alle logiche costa-centriche che governano l’Abruzzo di oggi. L’Amministrazione comunale dovrà rispondere alla Città di Avezzano ed alla Marsica intera di tale disastro.
Data la scadenza della revisione degli Aiuti di Stato (1 Settembre), preso atto di un’importante occasione persa, occorre rimediare. La soluzione fornita dalle Istituzioni sembrerebbe quella di riconoscere il Territorio Marsicano come “Area di Crisi”, il che, a nostro parere, non è altro che un mero “contentino” ancor più debilitante in quanto accrescerà solamente la disincentivazione all’investimento sul nostro territorio. Una prima soluzione, come accennato nella Cronistoria, era stata quella
relativa al Progetto Marsica che però si è rivelato una delusione in quanto i nostri “politici” non avevano la volontà di attuarlo.
Da parte nostra, attraverso lo studio e l’analisi di alcuni documenti, abbiamo rilevato alcune tematiche che possono cercare di sopperire i danni procurati dalla NON rivalutazione della 107.3.C. La prima tematica fa riferimento alla Risorsa Fucino. Come è ben noto, quello marsicano è un territorio prevalentemente agricolo e questo grazie soprattutto alla grandezza dell’area relativa al Fucino. Nonostante ciò possiamo affermare che quest’ultima non è valorizzata abbastanza in quanto non è vista ad un livello superiore rispetto alle altre bensì al contrario. Sappiamo che l’area coltivata fa riferimento a 17000 ettari rispetto ad un coltivabile di 20500; la parte coltivata, però, è sfruttata per colture a bassa redditività. Del tutto insufficienti, ad oggi, le fasi di trasformazione industriale e commercializzazione, gestite da operatori della Marsica. Il Valore Aggiunto va fuori.
Cosa si potrebbe fare? – Risolvere le criticità legate alla disponibilità ed all’uso delle risorse idriche nell’area fucense;
– Progettazioni sull’orientamento delle disponibilità finanziarie del Piano di Sviluppo Rurale sulle produzioni tipiche marsicane nel quadro del potenziamento della filiera.
La seconda tematica riguarda la cooperazione tra le “Aree Interne” nello specifico l’asse L’Aquila, Avezzano e Sulmona. Segue da questo l’abolizione di inutili campanilismi locali in una logica di cooperazione attiva, volta ad accrescere il numero di persone che dialogano e che necessariamente devono essere ascoltate, poiché tante ed unificate da un ideale di sviluppo comune. Non il singolo e quindi minoranza, che altrimenti rischierebbe di aver poca voce in capitolo, e quindi poca considerazione.
La terza ed ultima tematica fa riferimento all’asse Roma-Pescara del quale la Marsica fa parte. Inutile ricordare che Roma è la Capitale della nostra nazione e che Pescara nell’ultima decade, e per i prossimi anni, è stata, e sarà, la città della regione Abruzzo più sviluppata nonostante non sia il capoluogo di regione. Secondo noi, oltre la forte cooperazione tra
le Aree Interne (alta priorità), cercare di collaborare anche con queste altre due realtà potrebbe portare ingenti guadagni economici e non solo, in quanto città come Roma e Pescara sono più sviluppate ed hanno maggiori risorse. Sono quindi queste le “proposte” che noi di Marsica Come On facciamo alla nostra amministrazione e maggiormente alla nostra città, e ci
crediamo perché pensando ad una cooperazione attiva,fra le aree interne (L’Aquila,Avezzano,Sulmona),se andassimo a riconsiderare le tematiche sopra analizzate, ne verrebbe fuori una maggiore specializzazione nelle risorse; ogni territorio sarebbe spinto a dare la maggior produttività possibile ed a far confluire questo impegno in un’azione di maggior risonanza, giungendo così a ridurre il divario, relativo allo sviluppo, fra aree costiere (già unificate nell’asse Pescara-Chieti-Teramo) e le nostre Aree Interne.
Perduta l’ennesima occasione degli Aiuti di Stato, restano altri strumenti a disposizione, ad esempio, l’accordo di programma. Su questa torneremo successivamente.