Avezzano. Chissà se il principe Torlonia avrebbe mai immaginato che un giorno i suoi eredi avrebbero discusso davanti a un giudice come spartirsi i beni di famiglia. Come migliaia di parenti al mondo, però, non appena il capostipite, Alessandro, ha chiuso gli occhi i figli Carlo, Paola, Francesca e Giulio Torlonia hanno iniziato la loro battaglia per l’eredità. L’oggetto del contendere non è la casa al mare o il gioiello di famiglia, ma una intera collezione d’arte – la più grande collezione privata al mondo – ville e abitazioni per un valore di migliaia e migliaia di euro.
Nella Marsica i principi non hanno più nulla, fatta eccezione per il nome dato alla storica villa ora nelle mani della Regione e a qualche strada dedicata. Tutto è iniziato a dicembre del 2017 quando è morto il principe Alessandro. Una persona di spicco della società romana che aveva tenuto fino a quel momento tutti uniti. Da quel momento, però, è iniziata una vera e propria guerra che poi ha portato i fratelli Torlonia in tribunale. Il testamento lasciato dal principe, infatti, non ha convito Carlo che ha deciso di impugnarlo e di portare Paola, Francesca e Giulio in tribunale.
Sul piatto non c’erano le tanto sudate terre che i Torlonia hanno ceduto ai braccianti del Fucino ma abitazioni, ville storiche, opere d’arte e marmi. Il primogenito, che non aveva un rapporto idilliaco con il padre, ha deciso di bloccare tutto perché una serie di episodi lo avevano insospettito e voleva evitare che il patrimonio di famiglia fosse spacchettato e venduto. Sembra infatti che la collezione di oltre 630 statue greche e romane era già pronte per essere venduta in parte al ministero dei Beni culturali e in parte all’americano Getty Museum.
Alcune opere, secondo quanto riferito da Carlo Torlonia e dai sui avvocati, sarebbero state sottratte all’inventario e nascoste in tutta fretta in alcuni depositi dove si trovano altre statue senza alcun tipo di vincolo archeologico. In ballo, poi, c’è anche il futuro della Banca del Fucino che porta il nome dell’antico lago prosciugato dalla famiglia Torlonia e delle importanti abitazioni come palazzo Torlonia di via della Conciliazione, Villa Torlonia, già Villa Albani, Villa Delizia Carolina e alcuni terreni. Il giudice Fulvio Vallillo, dell’VIII sezione del Tribunale civile di Roma, dopo aver sollevato dubbi anche su una fondazione Torlonia nata solo qualche mese fa alla quale sarebbero passate le opere di famiglia, ha bloccato tutto in vista di un chiarimento tra i fratelli.
Intanto Italia Nostra ha chiesto al governo di intervenire per fare in modo che una lite tra fratelli non metta a repentaglio il futuro di una delle collezioni più preziose che il Bel Paese ha.