Scurcola Marsicana. Dallo scorso sabato 9 giugno, con il protrarsi del progetto “Erbe e Le Nuove Forme del Gusto”, la proposta gastroculturale del ristorante Pizzeria Osteria Futuro a Scurcola Marsicana, si promuove il prodotto naturale del territorio di questi scampoli di tarda primavera. Come trasmesso da comunicato stampa, l’iniziativa, promossa anche quest’anno in collaborazione con l’Ass. Cult. Tempi Moderni e diretta dal punto di vista scientifico-culturale dall’Ist. di Ricerca MondiVivo, “ha come scopo quello di dare continuità al lavoro che dal 2000 stiamo portando avanti, attraverso le molteplici attività di ricerca negli anni sviluppate da alcuni membri del nostro progetto sulle qualità agro-silvo-pastorali abruzzesi, e, in particolare, sul patrimonio erbivoro alimentare spontaneo del nostro territorio”, spiega Vincenzo Nuccetelli, ex sindaco di Scurcola e ora membro responsabile del ristorante marsicano. “I menù proposti ai palati continueranno così a dare grande spazio alle pietanze cucinate a partire dalle erbacce del comprensorio: le erbe alimentari spontanee, cioè quelle erbe che le nostre nonne, dopo averle raccolte, utilizzavano trasformandole in minestre, contorni, paste, carni…piene gusto, di salubrità…di emozioni”.
Il processo prevede una raccolta intensa in altitudini sempre maggiori del territorio, alla ricerca di orapi, ortica, cicoria, aglio Orsino, luppolo, salvia. In cucina, il progetto si realizza non solo nel recupero di antiche ricette, ma anche a promuovere la particolarità del nostro territorio, a partire dal progetto elaborato nel 2000 da Mario Iacomini, oggi chef di Osteria Futuro, dal titolo “Le Nuove Forme del Gusto -dell’Agricoltura e dell’Allevamento di Custodia e Biodiversi d’Abruzzo”. I clienti potranno così assaporare, tra le tradizionali e consuete proposte, le “erbacee pietanze”. In particolar modo, della nuova zuppa elaborata con il luppolo, Jo Lupparo, “con un sapore lungo, dal corpo fluido, denso e stratificato, chiaro nelle sue emanazioni ultime, che ‘spiana e addolcisce’ quello mezzo puntuto e rugoso e striato e coperto d’amaro del luppolo selvatico…interferente, nel mentre dell’assaggio, in grazie di grumi che lo costringono in purezza “, come la definisce lo chef Iacomini. In conclusione il progetto “Erbe e Le Nuove Forme del Gusto”, prevede, nella prospettiva di una più ampia conoscenza e diffusione dei prodotti territoriali anche alcuni momenti di approfondimento scientifico-culturale, a cura dei nutrizionisti Cristian Baldini e Annunziata Taccone, che in alcuni appuntamenti discuteranno sul possibile rapporto tra le erbe e i diversi “sapori liquidi”. In attesa delle nuove comunicazioni a riguardo, non resta che augurare Bon appétit. (r.c.m.)