Massa d’Albe. Emerge un nuovo, importante, particolare nella ricostruzione dei movimenti che i quattro escursionisti avrebbe compiuto domenica mattina, quando erano usciti di buon mattino per camminare sul Monte Velino. In un primo momento si era parlato esclusivamente di tracce di scarponi, lasciando intendere che non erano equipaggiati per l’alta quota e che quindi non avrebbero potuto andare molto lontano.
Poco fa, invece, è stato appurato che i quattro erano muniti anche di piccozze e ramponi, da utilizzare per la neve dura e per meglio percorrere il tragitto che avrebbero voluto compiere. Validi strumenti di aiuto nell’esplorazione della zona. Questo spiegherebbe come abbiano fatto ad arrivare in alta quota. Fino ad ora non vi era ancora una spiegazione precisa, essendo diverse le ipotesi al vaglio, ma questo dettaglio da poco emerse restituirebbe un senso alla ricostruzione dei fatti. Stamane l’utilizzo di cariche esplosive per allargare la neve.
Nel frattempo, come segnalato da Lorenzo Gagliardi, comandante del soccorso alpino della guardia di finanza di Roccaraso, non si fermano le ricerche. Il soccorso alpino è riuscito ad aprire una breccia nella neve profonda, arrivando a quattro metri sotto il livello di superficie. Ciò per permettere ai cani di fiutare eventuale presenza umana. Ad ora però ancora non vi sono gli esiti sperati, i cani purtroppo non hanno fiutato nulla.
“Sul sito che consideriamo primario vi sono 80 tecnici e unità cinofile che operano spalla a spalla. Purtroppo ci sono delle zone di accumulo dove la neve arriva anche a otto, nove metri. Se i cani non sentono l’odore non possono essere d’aiuto. Facciamo dei buchi anche per consentire loro di fiutare meglio”. Sul posto anche i presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio.