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Epifani incontra i lavoratori della Micron: la multinazionale andava bloccata dal governo

Redazione Attualità di Redazione Attualità
8 Febbraio 2013
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Avezzano. Un faccia a faccia con l’ex numero uno della Cgil per parlare dei problemi del lavoro e del futuro della Micron. I candidati del Partito democratico alla camera e al senato ieri pomeriggio hanno ospitato ad Avezzano Guglielmo Epifani, ex segretario della Cgil, attuale candidato alla camera tra le fila del Pd in Campania, per affrontare il tema del lavoro. Epifani, che già qualche settimana fa si era occupato della Micron nella trasmissione Leader di Rai3, ha incontrato i lavoratori dello stabilimento avezzanese per esaminare da vicino la situazione. Dopo aver ascoltato le parole delle Rsu e dei sindacalisti Alfredo Fegatelli (Fiom-Cgil), Umberto Trasatti (Cgil) e Michele Lombardo (Uil), Epifani ha precisato che: “l’errore più grande è stato dei governi precedenti che non hanno saputo gestire la situazione quando la multinazionale ha deciso di andare via. Ci sono criticità dovute alla sostenibilità finanziaria dell’operazione che sicuramente vanno affrontate con la supervisione del governo”. I rappresentanti dei lavoratori hanno chiesto un monitoraggio dell’operazione finanziaria di vendita da parte del governo e un maggio interesse da parte di chi amministra il paese per le politiche industriali di sviluppo. La parola poi è passata ai candidati. Il vice presidente del Consiglio regionale, Giovanni D’Amico, ha introdotto i lavori ripercorrendo la storia della Micron degli ultimi anni. “Dopo la vertenza sui turni chiusa nel 2004 si era aperta la fase di sviluppo sui 300millimetri che oggi avrebbe reso ancora competitivo lo stabilimento”, ha spiegato D’Amico, “l’accordo venne firmato nel 23 maggio 2007 da Bersani, allora ministro, ma poi cadde il governo Prodi e Berlusconi una volta al potere decise di abbandonare definitivamente il progetto. Come assessore regionale andai con Verticelli, Pezzopane e Paolucci dal ministro Scajola per ripristinare l’accordo di programma siglato da Bersani, ma nulla venne fatto. Neanche il governo regionale, che subito dopo cambiò, fece nulla per cercare di rialzare le sorti di questo stabilimento riprendendo in mano quell’accordo. Quindi di fatto il governo Berlusconi prima e il governo Chiodi poi mandarono in fumo questo progetto che ora non rende più competitivo questo stabilimento”. Il segretario del Partito democratico Mario Mazzetti, insieme al consigliere regionale Giuseppe Di Pangrazio, e ai candidati Paola Concia, Lorenza Panei, Stefania Pezzopane e Giovanni Lolli, hanno incentrato il discorso sull’importanza del lavoro come sta facendo anche il leader del Pd, Pierluigi Bersani, al livello nazionale. “Il 10per cento delle esportazioni d’Abruzzo provengono dalla Micron, una dimensione di carattere nazionale che non può essere utilizzata e strumentalizzata per la campagna elettorale”, ha spiegato l’onorevole Lolli, “si va ovviamente per una nuova strada e si deve conoscere il piano industriale, ancora non chiaro, uscire dal monoprodotto e puntare a una nuova azienda. Oggi Micron costa ogni anno 600milioni e ha bisogno di continui investimenti. Chi li mette i soldi? Serve necessariamente una politica nazionale che possa valutare il nuovo partner, utilizzare i prestiti nazionali e unire le forze per chiedere una politica concreta”. Anche la Pezzopane non ha potuto fare a meno di puntare il dito sulla questione Micron che interessa molti lavoratori provenienti anche dall’aquilano.
“La questione Micron è il nodo più grande per tutti noi che dovrebbe metterci in condizioni di trovare delle soluzioni per evitare ricadute su tutto il territorio”, ha affermato l’ex presidente della Provincia dell’Aquila, “però che non ci siano sostegni per essere ricattati poi, ma forze politiche con le quali fare le riforme. Bersani e tutti noi diciamo prima di tutto il lavoro. Il problema dell’Italia non è come licenziare più facilmente ma come creare più posti. Serve una politica trainante che punti a valorizzare quei settori come la microelettronica. Noi ci adopereremo per aprire un tavolo e affrontare in modo serio il futuro della Micron e di altre aziende italiane. Abbiamo visto svanire poli industriali di eccellenza senza poter fare niente, ma oggi non possiamo permettercelo e dobbiamo lavorare per fare in modo che la trasformazione crei meno disagi possibili”. Prima di tornare a Napoli, dove sta portando nelle piazze e nelle strade i progetti del Partito democratico per il futuro del Paese, Epifani ha voluto dare un suo contributo rimarcando la necessità delle riforme soprattutto nel mondo del lavoro. “Le famiglie oggi sono più povere di quanto lo erano quattro anni fa e questo comporta tutta una serie di disagi che viviamo sulla nostra pelle. Purtroppo abbiamo avuto il governo sbagliato nel peggior momento. Il paese è stato lasciato a se stesso. In una crisi una famiglia si tiene unita, e invece Maroni pensa alla Lombardia e altri alle loro regioni. Ci ritroviamo oggi con meno diritti, più disoccupati e salari più bassi. Oggi si parla di tutto ma non si parla di progetti concreti di sviluppo. Quando nel 2001 siamo entrati nella moneta unica dovevamo cambiare questo paese perchè venivamo da una moneta debole e ne prendevamo una forte. Ma non ci siamo riusciti. Abbiamo un sistema politico troppo fragile con troppi partiti personali ovunque. Un partito personale punta tutto sul presente, ma noi abbiamo bisogno di guardare al futuro. La Micron ha annunciato di volersene andare nel 2008 e cosa è stato fatto per fermarlo? Nulla. Bisognava trattare, capire e finanziare con investimenti se era necessario per impedire poi di ritrovarsi con una difficile situazione, come quella di adesso, da affrontare. Queste preoccupazioni sono quelle di decine di aziende in tutta Italia. Bisogna riprendere in mano i valori della politica, della trasparenza e rimettere al centro la funzione di servizio. Tornare alla vecchia e sana tradizione di mettersi a servizio degli elettori”.

 

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