Avezzano. “Se ti prendo t’ammazzo p….! E ti prendo”. Spuntano messaggi di minacce nei confronti della entraineuse sotto scacco per ore nelle mani di Massimo Di Toro, 49 anni, di Avezzano, accusato di violenza sessuale e sequestro di persona. Una vicenda che, nelle prime fasi, potrebbe richiamare alla mente le dinamiche che hanno preceduto il massacro del Circeo. La romena è stata infatti più volte chiusa nel bagagliaio dell’auto ma è riuscita a chiedere aiuto con il cellulare, che ha messo in moto la macchina dei soccorsi e fatto scattare le ricerche dei carabinieri. Ora, però, spuntano due sms inviati dall’arrestato prima di essere rinchiuso nel carcere di Avezzano. Messaggi che hanno messo in uno stato di ansia ancora più drammatico la 29enne romena, terrorizzata di quello che le potrà accadere. “Ho paura che possa vendicarsi e che mi ucciderà”. La ragazza, arrivata in Italia da 9, ha lavorato prima a Roma come hostess di sala in un Bingo, poi ha fatto la barista nella Capitale e poi da una settimana era entrata nel night di Roccavivi. Non avrebbe mai immaginato che dopo il turno di lavoro quell’uomo gentile che l’aveva accompagnata a casa potesse poi farle vivere quell’incubo. La giovane ha riferito che dopo aver finito il turno di lavoro Di Toro gli ha offerto un passaggio a casa. Dal momento che non le era parso violento ha accettato. “Nel tragitto ha iniziato a parlare di una ragazza del night di cui era innamorato e in più occasione mi aveva usata per farla ingelosire, regalandomi addirittura un ciondolo d’oro e invitandomi ad indossarlo davanti a lei”, ha raccontato la romena, “nel viaggio io ho chiarito che non volevo più stare a questo gioco è lui è andato su tutte le furie, svoltando in un campo isolato. Ha parcheggiato, mi ha preso per capelli e mi ha messo le mani al collo”. Il racconto è molto duro. La giovane è stata minacciata di morte e poi chiusa nel bagagliaio della macchina. “E’ ripartito e io ho preso il cellulare e chiesto aiuto al mio compagno che era a casa e a una mia amica per chiamare il 112. Quando mi ha sentito parlare e si è fermato, facendomi rientrare nell’abitacolo. Ha ripreso a minacciarmi e ha picchiarmi”. La ragazza, assistita dall’avvocato Pasquale Motta, ha vissuto un vero e proprio incubo terminato, dopo violenze e minacce, con l’arrivo a casa della ragazza e la corsa all’ospedale.