Canistro. Ennesima bocciatura al Tar dell’Aquila per la Santa Croce. A comunicarlo è il sindaco di Canistro, Angelo Di Paolo, e l’assessore competente Ugo Buffone, che hanno dato incarico agli avvocati Salvatore Braghini e Renzo Lancia di esaminare l’esito del ricorso proposto dalla società, amministrata da Nicolino Montanaro, dopo che, con il sequestro cautelare di 20 milioni di euro del febbraio 2017 confermato in Cassazione, Camillo Colella ha perso il controllo del pacchetto azionario societario.
La Società aveva chiesto al Tar Abruzzese di utilizzare temporaneamente l’acqua minerale “Fonte S.Antonio-Sponga” del Comune di Canistro nonché di accertare l’inerzia della Regione Abruzzo sull’istanza di autotutela, presentata nel luglio 2018, tendente ad ottenere la concessione mineraria temporanea per la coltivazione del giacimento di acqua minerale, con la conseguente condanna della Regione Abruzzo a concludere il procedimento mediante pronuncia entro 30 giorni dalla comunicazione della sentenza, ricorrendo anche alla nomina di un commissario ad acta in caso di persistente inerzia e disponendo la trasmissione degli atti alla competente Procura della Corte dei Conti. Il Servizio Risorse del Territorio e Attività Estrattive della Regione Abruzzo si era opposto alla richiesta e la società aveva chiesto al Tribunale Ammnistrativo di annullare i provvedimenti di diniego dell’istanza societaria.
Proprio in questi giorni è intervenuta la decisione di rigetto del ricorso da parte del Tribunale adito, composto dal presidente, Umberto Realfonzo, da Paola Anna Gemma Di Cesare e da Maria Colagrande, sul presupposto che, si legge nell’ordinanza, “il provvedimento gravato, ampiamente discrezionale, in quanto espressione di autotutela, non appare censurabile sul piano della valutazione dell’interesse pubblico a non disporre – in favore della ricorrente, il cui titolo concessorio è da tempo scaduto – l’affidamento temporaneo dello sfruttamento del giacimento minerario in quanto l’assegnazione della concessione de qua è in corso, pertanto, i tempi per la scelta del concessionario sono comunque determinabili”.
“In buona sostanza”, spiegano i legali Salvatore Braghini e Renzo Lancia, “per il Tar dell’Aquila “la pretesa della società, che ha anche richiesto un risarcimento del danno, è infondata, in quanto la ricorrente ha da alcuni anni perso la concessione (a seguito proprio di un ricorso del Comune di Canistro presentato nel 2015 avverso il Bando e la Gara di concessione, con aggiudicazione alla Santa Croce subito revocata) ed è attualmente in corso la gara per l’assegnazione della concessione a seguito del nuovo Bando pubblicato nel febbraio scorso”. I legali del Comune spiegano, altresì, che il Consiglio di Stato deve ancora esaminare nel merito l’appello proposto dall’Ente comunale e, successivamente anche dalla Regione, avverso la sentenza del Tar dell’Aquila del dicembre 2018, che condanna quest’ultima al risarcimento dei danni, relativamente alla vertenza dell’altra Fonte di Canistro, la Sorgente Fiuggino.
Il sindaco del Comune giudica quanto mai opportuno il provvedimento del Tar, atteso che, dichiara, “la Commissione regionale deputata alla valutazione delle offerte per lo sfruttamento trentennale della Fonte Sant’Antonio Sponga, sta procedendo con estrema cautela e rigore metodologico, ed anche se cresce la trepidazione per i tempi di attesa, soprattutto tra i lavoratori licenziati dal vecchio concessionario, siamo certi che l’aggiudicazione avverrà in tempi ragionevoli e sarà soddisfatta la speranza dell’arrivo di un soggetto imprenditoriale, motivato capace e in grado di rilanciare in poco tempo l’economia del territorio”.