L’Aquila. “Il centrodestra in Sardegna ha visto i propri consensi superare di gran lunga quelli del campo largo: le liste della coalizione, che hanno sfiorato il 50 per cento dei voti, superando anche il risultato delle Politiche, non hanno eletto il governatore solo a causa di fattori che sono peculiari alla tornata elettorale sarda, ma distanti anni luce dalla situazione che si profila in Abruzzo”.
Lo dice in un’intervista il vice presidente della Regione Abruzzo con delega, tra le altre, all’Agricoltura e all’Ambiente, Emanuele Imprudente, candidato per la Lega Salvini Abruzzo alle prossime elezioni del 10 marzo per il rinnovo del Consiglio regionale. Vice presidente, dopo la Sardegna teme l’effetto domino?
Il voto degli abruzzesi del prossimo 10 marzo sarà profondamente diverso da quello sardo e premierà un candidato presidente, Marco Marsilio, espressione dì tutto il centrodestra, una coalizione coesa e un programma di governo vincente. In Sardegna, alla vittoria delle liste di centrodestra, ha fatto da contraltare l’effetto del voto disgiunto, contenuto ma decisivo, oltre alla capacità attrattiva personale della neo-presidente. Inoltre, hanno pesato l’indagine che ha investito il governatore uscente, Christian Solinas, con un tempismo sospetto, a quattro giorni dalla presentazione delle liste, proprio mentre si decideva il candidato presidente unitario del centrodestra. E, infine, la scelta di un candidato presidente, Paolo Truzzu che, come lui stesso ha dichiarato, non è riuscito a imporsi come leader carismatico e aggregatore. Errori di cui si è fatto tesoro con la scelta di candidati ampiamente condivisi per le prossime e imminenti tornate elettorali.
Eppure in molti sostengono che ci siano “fibrillazioni” interne al centrodestra anche in Abruzzo
Nessuno scontro, solo confronti costruttivi tra sensibilità differenti per il bene e lo sviluppo di questa regione. Il centrodestra è unito e compatto, ed il 10 marzo otterrà il secondo mandato della nostra coalizione, che sarà storico per la nostra regione. E la Lega sarà ancora determinante a giudicare dall’entusiasmo e dal calore che percepisco in tutti gli incontri pubblici a cui sto partecipando in questi mesi dì campagna elettorale. I ‘rumors’ di crepe in seno allo schieramento di centrodestra sono creati ad arte dalle opposizioni per celare fratture che, invece, sono tutte nella loro alleanza. Oltre a parlare di cose lontane dalla gente, restano distanti sui principali punti programmatici e fondano un campo progressista, tutt’altro che unito, sulla scelta di un candidato poco visibile e che proprio i dem hanno commissariato sin dal primo momento.
Perché gli abruzzesi dovrebbero riconfermare la coalizione di centrodestra alla guida del governo regionale?
Per non frenare lo sviluppo economico, oltre che sociale e culturale, di una regione che, secondo le più recenti stime dello Svimez, ha fatto registrare, solo nel 2023, tassi di crescita doppi rispetto alla media nazionale. Eravamo maglia nera in fatto di spesa e utilizzo dei fondi europei, grazie al buongoverno del centrodestra negli ultimi anni li abbiamo spesi tutti. E gli effetti cominciano ad essere evidenti.
Come si spiega questa crescita economica?
La filiera politica del centrodestra, che passa dal Governo, al Parlamento, alla Regione fino a moltissimi Comuni abruzzesi, tra cui L’Aquila e Pescara, sta garantendo una grande centralità all’Abruzzo che è tornata protagonista dell’agenda politica nazionale. E poi l’asse targato Lega, tra Regione e Governo, che in questi anni ha prodotto i suoi effetti sbloccando provvedimenti fondamentali per l’agricoltura abruzzese, grazie all’attenzione costante del sottosegretario di stato Luigi D’Eramo. Un legame a doppio filo tra due persone che amano questo territorio, due amici uniti dalla passione per la politica, che da vice presidente di Regione e sottosegretario di stato hanno condiviso la stessa delega, l’Agricoltura, strategica per questa regione. Da ciò ne è scaturita un’azione amministrativa sinergica a trazione Lega che negli ultimi anni ha contribuito allo sviluppo di tutto l’Abruzzo e non solo nel comparto agricolo.
Quali sono stati i principali risultati raggiunti nel corso del suo mandato e quali le misure che è riuscita a realizzare?
In 5 anni abbiamo erogato circa 571 milioni di euro per finanziare 50 mila interventi a sostegno del comparto agricolo, capaci di sviluppare oltre un miliardo di euro di investimenti e migliaia di posti di lavoro. Oltre 470 milioni di euro per realizzare infrastrutture e interventi per efficientare il sistema idrico integrato. Nelle ultime settimane abbiamo finanziato con 90 milioni di euro il progetto per l’impianto di irrigazione del Fucino, fiore all’occhiello della nostra azione amministrativa: una infrastruttura strategica per l’agricoltura abruzzese e di fondamentale importanza per l’economia di tutto il territorio marsicano. Un’opera attesa da decenni che ho fortemente voluto e che presto sarà realtà.
Una ingente quantità di investimenti ma anche politiche per favorire un ricambio generazionale
Nel novero degli interventi posti in essere nel comparto, abbiamo dato priorità al potenziamento della redditività delle aziende agricole e alla competitività del settore in tutte le sue forme, rispondendo alla forte esigenza espressa dal territorio di sostenere l’insediamento di giovani agricoltori. L’obiettivo è quello di costruire, grazie alle loro capacità e potenzialità, un modello agricolo europeo diversificato, competitivo, innovativo, multifunzionale e sostenibile.
Un bilancio di questi 5 anni alla guida della Regione Abruzzo?
Abbiamo raggiunto grandi traguardi ma c’è ancora tanto da fare: continueremo a lavorare con un approccio concreto, serio, di visione, superando gli inutili campanili che ancora esistono, per centrare insieme tutti gli obiettivi, le opportunità che l’Europa ci offre, per continuare a crescere insieme.