Avezzano. L’avvocato Antonio Milo ci ripensa, o almeno così sembra, e il singolare colpo di scena riapre la partita elettorale in città. Non c’è niente di ufficiale in casa Pdl ma il fatto che già si pensi a un’alternativa la dice lunga su quello che è accaduto. Rimane il mistero. Perché dopo tanta fatica per far passare il candidato espresso dai vertici del partito e sostenuto anche dal numero uno in Abruzzo, il senatore Filippo Piccone, coordinatore regionale del Pdl, ora il noto legale marsicano fa un passo indietro? Le ipotesi vanno da una scelta dovuta a questioni personali fino a ipotesi di equilibrio politico. Dall’altra parte il nome di Gianni Di Pagnrazio sembra riscuotere il consenso generale non solo nel Pd, ma anche da parte del Terzo polo che chiede all’aspirante sindaco di sciogliere le riserve e iniziare la campagna elettorale. Un candidato che forse potrebbe non essere andato a genio all’avversario predestinato, cioè a Milo, tanto da farlo rinunciare alla luce di una vittoria che poi si è rivelata non più scontata come era stata preannunciata? Solo un’ipotesi. Di certo è che la candidatura di Di Pangrazio è sempre più certa, mentre quella di Milo è sempre più in bilico, proprio per una sua scelta. Dal Pdl sperano ancora in un ripensamento e fanno ancora pressione sul penalista avezzanese, ma il balletto preelettorale sembra che non avrà un gran seguito, e questa telenovela sembra arrivata all’ultima puntata. Ora però si riparte, di nuovo, con il “toto sindaco” e rispuntano nel Pdl quei nomi che erano finiti per “soccombere” di fronte all’ipotesi Milo, quei nomi che, scartati, avevano fatto andare su tutte le furie una parte della classe dirigente comunale che si opponeva alla candidatura di Milo. Quei nomi che potrebbero descriversi come “bruciati” ma che invece ora riprendono quota. Erano in quattro a contendersi la poltrona da sindaco di Avezzano nel Pdl. Oltre a Milo c’erano Alfredo Iacone, Iride Cosimati e Luca Dominici. Ora questi nomi, più che bruciati, sono tornati in voga, anzi, vicino se ne sono aggiunti altri, come l’ex arbitro di serie “A” ed ex assessore Bruno Di Cola, o come una altro avvocato, l’ennesimo, Leonardo Casciere. Insomma, quella che assume sempre più le sembianze di una soap opera sembra riprendere vigore e la caccia al candidato nel centrodestra ricomincia. E’ certo che l’ultima parola spetterà al senatore Piccone che, se Milo dovesse perseverare nella sua decisione dovrà tirare fuori dal cilindro un’altra soluzione capace di confrontarsi con il candidato avversario. (p.g.)